Franco amava solo i film dove gli attori andavano in bicicletta, il suo preferito
era Jules et Jim di Truffaut. E si innamorava solo delle donne che vedeva andare
in bicicletta. Una donna in bicicletta è uno spettacolo unico, specialmente se
ha delle belle gambe, anzi, delle belle cosce. Franco adorava le cosce. Aveva
letto da qualche parte che Leonardo da Vinci inventò una specie di bicicletta,
solo che non poteva sterzare, una bici che non sterza è pericolosa, pensò Franco.
Franco amava le bici da donna, aveva una collezione di Graziella da donna,
ne aveva di tutti i colori, con il cestino davanti. Per lui la bicicletta era un mezzo
prevalentemente notturno, la dinamo, il fanalino nella notte, tutto questo era
poesia, poi se ci aggiungete l'estate e i grilli, e magari una leggera brezza, per
Franco era semplicemente il paradiso e si sentiva felice sulla sua Graziella da
donna. Una notte fece un incidente vicino a una foce, finì per terra, la bicicletta
volò in aria, poi cadde, e la ruota posteriore girava, girava, girava, rivolta verso
le stelle, a Franco sembrò un momento perfetto, anche perché si sentivano
gracidare le rane, ed era molto bello, molto intimo. Non si fece tanto male,
solo qualche sbucciatura, le famose sbucciature al ginocchio. Franco ripensò a
quando era bambino, a sua madre che gli soffiava teneramente sul ginocchio
sbucciato. L'infanzia è il territorio delle sbucciature al ginocchio. L'amore
per le biciclette lo aveva preso dalla madre, una bellissima donna con delle
bellissime cosce. Franco tornò in sella e pedalò seguendo la foce verso casa.
Prima di andare a letto accarezzava le sue bici, annusava i copertoni, era una
vera passione, senza biciclette sarebbe stato un uomo triste, sarebbe stato un
pedone. Andava sempre in vacanza in Olanda o in Cina, dove ci sono tante
biciclette. Per Franco il suono del campanello di una bicicletta era meglio
di Mozart, e ci siamo dimenticati di dire che prima di andare a letto faceva
suonare tutti i campanelli della sua collezione di bici Graziella, erano le voci
delle sue amanti che gli auguravano la buonanotte. Le puliva ogni mattina
e ogni sera, sembravano tutte nuove, anche quelle più vecchie. Ogni tanto
partecipava a qualche raduno di appassionati, ma preferiva la solitudine.
Franco era un uomo che amava stare solo con le sue biciclette, ma un giorno
gli capitò di innamorarsi perdutamente, all'improvviso, vedendo passare una
una donna in bicicletta, le corse dietro sulla sua Graziella, suonò il campanello
cromato, drin drin drin, lei si voltò, lui le urlò "Come ti chiami?" e manco
a farlo apposta lei rispose "Graziella". Franco finì nella foce per l'emozione.
C'è un lieto fine: si sposarono. E vissero su due ruote per tutta la vita.
Nessun commento:
Posta un commento