"Suo marito è deceduto" queste furono le parole del medico dette alle tre di notte
al telefono. "Deceduto?" Milena era incredula, come si fa a credere alla morte del
proprio amore? Ma intanto Aldo aveva fregato la morte, la sera stessa era riuscito
a dire alla sua Milena "ti amo". La morte non ha l'assoluto dell'amore. Gli amici
di Milena le dissero: "da oggi verremo da te ogni sabato per stare assieme, non
ti lasciamo sola". Ogni sabato Emanuele e Ornella partivano da Livorno per arrivare
a Cinquale, una frazione di Montignoso, e Mirella partiva da Sesto Fiorentino.
Andavano a cena, si facevano compagnia. 40 anni di matrimonio possono essere
spazzati via da tre secondi di morte? No. Aldo era sempre vicino a Milena ma
in modo diverso, in una maniera più sottile e più penetrante. Dopo la morte di
Aldo, Milena aveva paura a dormire da sola, si sentiva amputata. Aldo era
diventato un coltello affilato che Milena teneva sotto il cuscino. "Mamma, ho
trovato un coltello sotto il cuscino di papà, ma sei matta?", "Ricky, non sono
matta, quel coltello mi serve se entrano dei ladri in casa quando tu e tuo fratello
siete a Milano" "Mamma, meglio che lo togli, se un ladro ti vede con un
coltello in mano è peggio, fidati, non voglio più vedere quel maledetto coltello
sotto il cuscino di papà!". Quanta forza si celava in quel gesto? Un coltello
al posto di papà...Riccardo aveva ammirazione per sua madre. Emanuele e
Ornella, Mirella, amici veri, persone meravigliose, molto meglio loro di un
coltello affilato. Mirella era mite, parlava poco, ma la sua presenza era forte,
tenera. Emanuele e Ornella invece erano ciarlieri, divertenti, una bella
compagnia e amavano ricordare Aldo insieme a Milena. Emanuele era un
ex dirigente in pensione, aveva conosciuto Romano Prodi, aveva lavorato
ad alti livelli, e amava raccontare a Riccardo di una notte d'amore sfumata
all'ultimo momento con Dalila Di Lazzaro. "Una notte d'amore sfumata con
Dalila Di Lazzaro è sempre meglio di una notte d'amore andata in porto con
qualsiasi altra donna" lo rincuorava Riccardo. Ornella era un'insegnante
di italiano, sempre sorridente, allegra, dallo sguardo vivo e intelligente, lei
non aveva notti d'amore sfumate con Fabio Testi, o almeno non ne faceva
parola. Mirella era vedova, era una sarta, aveva una bella clientela, dopo
il marito aveva avuto solo un'altra storia d'amore con Maurizio, un simpatico
avventuriero che però le aveva lasciato l'amaro in bocca. La filosofia di
vita di Maurizio era questa: "la vita per me è passare con una decapottabile
sotto degli alberi da frutto, alzarsi e prendere tutta la frutta che si riesce,
non c'è altro, c'è la frutta e i nostri morsi, bisogna dare più morsi possibili",
solo che per Maurizio il frutto da spolpare era Mirella, e lei un giorno si
stufò di mantenerlo. "Che fine ha fatto Maurizio?" "Mi sono rotta, non lo
vedrete più alle nostre cene" rispose Mirella. L'ombra immensa di Aldo
era sempre con loro, Aldo era indimenticabile, sia come marito che come
amico. E come padre. "Non respiro bene" disse quella notte al dottore
e morì in tre secondi, senza soffrire. Tre secondi di morte possono cancellare
una vita? No. La morte è un dettaglio, l'amore è l'assoluto. Riccardo ogni
tanto controllava sotto il cuscino, il coltello affilato non c'era più. Milena
aveva capito, Aldo non poteva essere sostituito da una lama affilata, anche
se era un pensiero forte, una reazione vitale, una fame di vita e d'amore,
un grido, un vortice, sotto un cuscino di piume illese. Aldo era dentro di lei.
Per sempre.
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