venerdì 29 luglio 2022

ALCESTI GRULLINO

Alcesti Grullino non era un uomo superficiale, di più, molto di più.
La sua mente era strutturata in base ai programmini giornalieri: domani
mi alzo presto, faccio colazione con cornetti e biscotti, poi mi riposo,
la colazione stanca, dopo faccio la doccia con il bagnoschiuma al sandalo,
poi telefono a Luca che è sano, invece Alfio che è malato non lo chiamo,
poi vado a fare la spesa e compro le cose care, e poi mi compro dei
vestiti belli...poi la sera scelgo un ottimo ristorante di pesce...e andava
avanti così, giorno dopo giorno, in tv guardava sempre e solo gli spot
pubblicitari dove tutti ridono e sono belli, ma anche fra gli spot, se
si imbatteva in uno spot contro la diarrea cambiava subito canale, non
voleva sentire parlare di morte, disturbi o malattie. Anche le pubblicità progresso 
contro la fame nel mondo, con tutti quei bambini emaciati, con quegli
occhioni che ti fissano e cercano di farti venire i sensi di colpa, dio mio,
Alcesti Grullino odiava quella robaccia sentimentale. Un giorno litigò
alla cassa di un supermercato con un pensionato, spiando nel carrello
del povero pensionato aveva notato l'assenza di bottiglie di champagne,
allora Alcesti non riuscì a trattenere lo sdegno e così apostrofò il
pensionato: "Ma come è possibile? Nemmeno una bottiglia di champagne?
Che cazzo è la trota salmonata? Ma si compri un salmone scozzese, e
poi il succedaneo del caviale? ma si vergogni! Lompo? Ma siamo matti?
Che cosa ha contro lo storione? Costa troppo? E in tutta la sua vita di
merda non è riuscito a risparmiare dei soldi per vivere bene e con
prodotti di qualità? Che fa? Tiene i soldi per i suoi nipotini di merda
che quando cresceranno neanche la saluteranno più?", e il povero
pensionato, stordito da tutta quella aggressione verbale, si mise pure
a piangere, mentre Grullino usciva disgustato dal supermercato.
E venne il giorno in cui un medico gli disse: "Tumore maligno".
Alcesti si alzò di scatto e schiaffeggiò il medico "Ma come si permette?
Stronzo! Io adesso me ne torno a casa a farmi spaghetti alla bottarga
di muggine, quella buona, quella vera, quella costosa, e il suo tumore
maligno se lo può ficcare anche nel culo!" "Guardi che il tumore è
suo" replicò il medico con il volto ustionato dallo schiaffo. Alcesti
Grullino non voleva saperne di chemioterapia, di sofferenza o altre
seccature, tutto questo contrastava con il suo mondo confezionato.
Quella non era la realtà, la realtà non è la realtà, la realtà è quello che
io sono, quello che io voglio, quello che io desidero, così pensava Alcesti.
E bisogna dargli atto che non si curò, che mise sotto il tappeto il suo
tumore. Si lasciò divorare dal cancro, senza opporre resistenza, tra
bottiglie di champagne e caviale, continuando a vedere i suoi adorati
spot dove tutti ridevano e tutti erano belli e sani. Iniziò a dimagrire,
a vomitare, a soffrire atrocemente, e morì sul divano di casa, con
un salmone scozzese sul piatto, e un Dom Pérignon Brut Vintage
appena stappato. Alla tv stavano mandando lo spot della diarrea, ma
non riuscì a cambiare canale, gli mancarono di colpo le forze.

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