Ellis Trombadori non aveva tutti i venerdì e forse le mancava anche un sabato.
Infatti una domenica pomeriggio prese tutta la collezione delle sue mutandine
del passato (che indossava da giovane) e la gettò nel bidone della spazzatura.
Mutandine bianche, nere, azzurre, rosse, viola, tantissime mutandine sfilate da
altrettanti ragazzi o uomini. Le aveva conservate per vanità femminile, ma quella
domenica pomeriggio il suo volto segnato dal tempo la spaventò. Prese una
tanica di benzina e un fiammifero e fece un rogo di quella biancheria non più
intima. Stette immobile come una statua davanti alle fiamme, mentre il suo
passato amoroso andava in cenere. Era ormai sera, il volto di Ellis, illuminato
dagli ultimi bagliori del fuoco, era bellissimo, quasi come se le unghie della
giovinezza lo avessero graffiato un'ultima volta, con dolcezza, prima di scivolare
via nel buio della notte, per sempre. Rientrò in casa. Sotto la veste era nuda.
Si toccò la fica, lentamente. Poi accese la radio e la sintonizzò
sul suo programma preferito. Erano le dieci di sera ed Ellis era appena diventata
una vecchia.
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