Arturo Meravigli era un uomo insensato, ed era felice. Non ci sarebbe molto altro da dire,
quando uno è felice è felice, e poi le persone felici sono noiose, ma la felicità di Arturo era
una sorta di condanna, di condanna fisiologica, e questo particolare lo rendeva interessante.
In realtà non aveva alcun merito, era costretto a essere insensato, appena faceva qualcosa
di sensato vomitava, conati di vomito terribili, la sua insensatezza era una specie di cura,
di salvezza dal vomito. Arturo faceva cose completamente insensate: metteva da parte i
soldi per la vecchiaia, per esempio. Teneva in cantina delle bottiglie per le grandi occasioni,
altra cosa insensata. Posticipava la vita, nulla di più insensato. Arrivò pure a sposarsi con
Flora e a considerare quel giorno il più bello della sua vita. Fece pure una figlia con Flora:
Annalisa. Lavorava otto ore al giorno, delle volte anche nei weekend, e tutto questo per
avere una vita dignitosa, una vita di benessere, e risparmiava anche per il futuro della figlia.
C'è nulla di più insensato? Noi non lo crediamo. Sposarsi, che follia! Vedere invecchiare
una donna, giorno dopo giorno, fino al famoso bicchiere con dentro la dentiera. Privarsi
di una Ferrari o di una Maserati per il futuro di uno spermatozoo uscito dal suo pisello?
C'è nulla di più assurdo? E tenere delle bottiglie per le grandi occasioni? Ma svegliarsi
ogni mattina non è già l'occasione più grande che ci sia? C'è bisogno di altro? Eppure,
in un lontano passato, Arturo aveva passato le giornate a vomitare, riteneva giusto e
naturale comportarsi in modo sensato, vale a dire: essere libero di scopare tutte le donne
che poteva scoparsi, senza legami e senza responsabilità, non lavorare, vivere solo di
di eredità (per sua fortuna era l'unico figlio di un famoso ingegnere), bere le bottiglie
per le grandi occasioni il giorno stesso in cui le comprava, poi fumava, frequentava
cattive compagnie, si divertiva, andava a letto tardi, ma la mattina si svegliava nel vomito.
Fu una questione di igiene alla fine, tutta quella sensatezza lo faceva stare male e lo
sporcava, sporcava le sue coperte, il suo pigiama, i suoi vestiti, il suo pavimento.
Un giornò vomitò durante un'orgia e tutti lo cacciarono via a pedate, insultandolo.
Arturo fu costretto a diventare una persona insensata: famiglia, lavoro e responsabilità.
Il vomitò sparì. Sparì anche la vita, il senso di ogni vita: sparì la libertà. E finalmente,
dentro questo vortice di insensatezza, Arturo diventò una persona felice, noiosa e
soprattutto senza vomito. Un pomeriggio sua figlia Annalisa lo prese in disparte e gli
disse: "Papà, non dire nulla a mamma, ma sono una puttana e una drogata, ci tenevo
a dirtelo". Arturo Meravigli vomitò su sua figlia, e per un attimo si sentì di nuovo
libero, grazie alla meravigliosa Annalisa, alla sua meravigliosa figlia puttana.
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