Mi sta molto sulle palle l'anonimo che viene qui a dare
il patentino di artista vero o artista falso. Forse è lo stesso
che mi dice: prete! Che ridere. Prete, stupido, falso, ipocrita,
brutta faccia. Ma che gente siete? Povertà intellettuale ai
massimi livelli. Prete non è certo un'offesa, ma purtroppo
non sono un prete. Povertà intellettuale nella definizione
che anonimo ci ha lasciato di arte vera: qualcosa che lo
distragga dai suoi guai! Che ridere. Poi aggiunge: l'arte
astrae letteralmente dalla realtà. Che ridere, ancora.
Bello, all'arte non frega nulla dei tuoi guai meschini, e
nemmeno agli artisti. Ridurla a un piccolo oblio meschino
delle difficoltà quotidiane? Che meschinità! Poi l'arte
non è astrazione ma concretezza, proprio il contrario.
Crea un'altra realtà, cosa ben diversa. Infatti spesso è
la vita che imita l'arte, come ci ha insegnato Wilde.
Vengono qui a dare patentini e poi si esprimono come
mucche ruminanti il vuoto. La verità è questa: siete brutti.
Brutti come la peste. Non sapete pensare. Non sapete
essere gentili, educati, profondi, sensibili. Non sapete
essere, più semplicemente. Inutili zecche. Che dire?
Ricky non è un artista, ma un autore. Autore della
propria vita. Unico interprete. Ed è vero come la vita.
Ed è uno che sa esprimersi, sa cogliere il mistero di
ogni essere umano, mentre voi sapete cogliere solo
il vostro nulla. Ma vi stupirò: se posassi il mio occhio
su di voi, potrei rendervi interessanti. Lo so.
Non è facile da crederlo, ma è proprio così.
8 commenti:
No, prete è sbagliato. FARISEO è molto più calzante.
L'Arte inizia con la decorazione astratta, con l'opera semplicemente immaginativa e gradevole che ha a che fare con ciò che è irreale e non-esistente. Questa è la prima fase. Poi la Vita viene affascinata da questa nuova meraviglia, e chiede di essere ammessa nel nuovo circolo incantato. L'Arte prende la Vita come parte della sua materia prima, la ricrea, la rimodella in nuove forme, è assolutamente indifferente ai fatti, inventa, immagina, sogna e conserva fra se stessa e la realtà la barriera impenetrabile del bello stile, del trattamento decorativo o ideale. La terza fase è quando la Vita prende il sopravvento e porta l'Arte fuori, nel suo territorio selvaggio. Questa è la vera decadenza, ed è questo di cui soffriamo oggi.
L'Arte ha come obiettivo non semplicemente la verità ma la bellezza complessa. L'Arte stessa è in realtà una forma di esagerazione.
L'Arte trova la sua perfezione all'interno e non all'esterno di se stessa. Non deve essere giudicata con un qualsiasi metro di verosimiglianza. Essa è un velo, più che uno specchio. Possiede fiori che le foreste non conoscono, volatili che mai nessun bosco ha ospitato. Fa e disfà molti mondi e può tirar giù dal cielo la luna usando un nastro scarlatto. Sue sono le forme "più reali del mondo vivente", suoi sono i grandi archetipi di cui gli oggetti esistenti non sono che delle copie incompiute. Ai suoi occhi la Natura non ha leggi, non ha uniformità. Può far miracoli a suo piacere, e al suo appello i mostri escono dagli abissi. Può ordinare al mandorlo di fiorire in inverno e può mandare una nevicata sul campo di grano maturo. Una sua parola, e il gelo chiude con le sue dita argentee l'ardente bocca di Giugno, i leoni alati sgusciano fuori dalle cavità delle colline lidie. Le Driadi fanno capolino dai cespugli al suo passaggio, e i bruni fauni le sorridono stranamente quando essa si avvicina. Ha Dei dai volti di falco che l'adorano e i centauri le galoppano al fianco.
Nonostante sembri un paradosso, e i paradossi sono sempre pericolosi, è vero che la Vita imita l'Arte più di quanto l'Arte non imiti la Vita. In una parola, la Vita è la migliore, la sola allieva dell'Arte.
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Non desidero soffermarmi su questioni individuali. L'esperienza personale costituisce un circolo vizioso e limitato. Quello che mi preme sottolineare è il principio generale per cui la Vita imita l'Arte più di quanto l'Arte imiti la Vita, e sono certo, che se ci pensi con attenzione, anche tu troverai che è vero. La Vita porge lo specchio all'Arte: o essa riproduce qualche strano tipo immaginato dallo scultore o dal pittore, o realizza di fatto ciò che nella finzione è stato sognato. Scientificamente parlando. la base della vita - l'energia della vita, come la chiamerebbe Aristotele - è semplicemente il desiderio di esprimersi, e l'Arte ci presenta continuamente molteplici forme attraverso le quali l'espressione può realizzarsi.
Le cose esistono perché noi le vediamo; quel che vediamo e come lo vediamo dipende dalle arti che ci influenzano. Guardare qualcosa è molto diverso da vedere qualcosa. Non si vede nulla se non si vede la bellezza della cosa. Allora, e solo allora, essa acquista esistenza. Oggigiorno, vediamo la nebbia, non perché essa esista, ma perché pittori e poeti ci hanno insegnato quale sia la misteriosa grazia del suo effetto.
L'Arte non esprime mai nient'altro che se stessa. Essa ha una vita a sé, proprio come l'ha il Pensiero, e trova sviluppo solo partendo dalle sue linee. Non è necessariamente realistica in un'epoca realistica, né spirituale in un'epoca di fede. Quindi, lungi dall'essere creazione dei suoi tempi, è invece di solito in diretta opposizione a essi, e la sola storia che conserva per noi è quella del suo proprio progredire. A volte essa torna sui suoi passi, fa rivivere alcune antiche forme, come è successo col movimento arcaico della tarda Arte greca. Altre volte addirittura anticipa i suoi tempi e produce in un secolo opere che saranno comprese solo il secolo successivo e solo allora apprezzate e godute appieno. In nessun caso essa riproduce la sua epoca. Mettere in relazione l'Arte di un periodo storico e il periodo storico stesso è il grande errore commesso da tutti gli storici.
La seconda dottrina è la seguente. Tutta l'arte scadente deriva dal ritorno alla Vita e alla Natura e dalla elevazione di queste a ideali. Vita e Natura possono a volte essere usate come materia prima dell'Arte, ma prima che esse diventino di vero aiuto all'Arte devono esser tradotte in convenzioni artistiche. Nel momento in cui l'Arte rifiuta il mezzo immaginativo, essa rifiuta tutto. Come metodo il Realismo è un completo fallimento e le due cose che un artista dovrebbe evitare sono la modernità di forma e la modernità di soggetto. Per noi, che viviamo nel nostro secolo, ogni secolo è adatto come argomento, tranne il nostro. Le sole cose belle sono quelle che non ci riguardano.
La terza dottrina è che la Vita imita l'Arte molto più di quanto l'Arte imiti la Vita. Questo non è dovuto solo all'istinto imitativo della Vita, ma al fatto che lo scopo cosciente della Vita è quello di trovare espressione, e che l'Arte le offre bellissime forme attraverso le quali essa può mettere in pratica la sua energia. E' una teoria che non è mai stata espressa prima, ma è davvero proficua e getta una luce completamente nuova sulla storia dell'Arte.
Ne segue, come corollario, che anche la Natura esterna imita l'Arte. Le sole impressioni che essa ci mostra sono quelle che già abbiamo visto attraverso la poesia o la pittura. questo è il segreto del fascino della Natura, così come la ragione della sua debolezza.
Oscar
Il poeta parla di sé, l'artista parla di me.
L'arte e come la natura in cui mi ritrovo e riconosco.
Detto questo, è evidente che ricevere insulti è più comodo che ricevere critiche: a sparare parolacce sono capaci tutti. Leggere commenti veri, autentici non è comodo. Lo stesso concetto di quando i commenti di insulti passano la moderazione e quelli argomentativi no.
Ricevere questo commento - a richiesta del vate peraltro - è stato come sentirsi girare il coltello nella piaga: "e agli artisti veri, a quelli che ci fanno dimenticare un guaio, che ci astraggono letteralmente dalla realta cosa portiamo l'acqua con la bocca?"
E allora, anziché rispondere appresso, non c'è niente di meglio che decontestualizzare singole parole e frasi con un nuovo post: vizietto rilevato appena qualche giorno fa, ma la soluzione è troppo comoda, perché volutamente fuorviante e pretestuosa. Infatti il vate non troverebbe offese gratuite né parole a caso nel contesto dei miei commenti.
Uh la miseria, traduco nel linguaggio che fa tanta simpatia: "mica t'ho detto frocio. O a te non te se drizza".
Infine, incollo il contesto dove do la spiegazione di "prete".
"Peggio che andar di notte allora, di relazione familiare si tratta, e l'artista ti dice quella frase, più o meno, "... lavati quei quattro piatti etc.". Avrà le scale ribollenti di fan disperate, che Beatles e Rolling Stones se lo sognano. E il quartiere in rivolta per gli assembramenti in strada. Solo così si giustificano tali parole. Tu, un volto qualsiasi tra la folla, anonima tra gli anonimi. Ma per il vate no. Per lui che fa vivere lo spirito degli ultimi, non posso credere che ti abbia calpestato così, tu e la tua famiglia. Pazzesco. Se non lo avessi detto tu, avrei pensato a una malignità riferita ad arte. E dunque, maligni invece saremmo noi in quanto anonimi? Ma a questo punto mi ritengo in possesso di una capacità di lettura a raggi "X". Quando lo ho paragonato ad un prete, per ciò che comunica e per come lo fa, non mi sbagliavo. Non è il prete degli ultimi, ma l'ultimo dei preti. Se lo conosci lo eviti. Se gli stai lontano ci guadagni: la prova del nove è la tua testimonianza, se mai ce ne fosse stato bisogno. Grazie e tanto di cappello, attimiespazi, ma lasciati dire che continui a fare il brodo con le rose."
Mio parere ...Arte è un termine astratto, non è qualcuno o un oggetto tangibile. È solo il termine che rappresenta il risultato di creazioni umane (quelle classiche come pittura, scultura, musica, opere scritte, danza) non indispensabili alla sopravvivenza ma espletate per puro bisogno interiore e godimento. Fa parte di quei termini astratti per definire e raggruppare una direzione, delle regole, un gruppo di persone, un risultato.....tipo Religione, Stato, Politica, Sport. Senza vita .....non vi è arte. Essa in se non esiste....esiste grazie ad un essere umano tangibile e reale che la crea, e viene riconosciuta come Arte da un tangibile numero di altri solo se piace e dona emozioni. Si tratta di Arte creativa umana che, messa a confronto con l’Arte creativa di chi ha creato tutto l’universo, risulta una mediocre scopiazzatura. Una copia, specialmente in pittura e scultura, dove il creativo cerca di concepire e creare come novello Dio un suo mondo di forme e colori diversi dal reale. Ma dalla realtà comunque prende sempre spunto di partenza. Wilde nella sua perorazione parla di dottrina ed infatti parla dell’Arte come di una Dea, con vita propria e poteri. Per me è l’Arte allieva della Vita ....ed in merito al fatto che spesso la vita imiti l’arte, ritengo che questo accada quando si svestono i propri panni per vestire i panni di personaggi o di romanzi. Wilde sembra comunque enfatizzare come Arte quella immaginativa contrapposta alla natura/vita/realismo....però a me sembra che in genere il creativo rispecchi comunque l’epoca in cui vive, a parte casi dove più che artista si debba chiamare inventore il creativo. Chicca
Chardonnay e Muffin gigante al cioccolato! Ahaha! Ma de che parlate!
Praticamente un selfie. Ecco i commenti migliori. Peccato manco du' genitali e 'na bestemmia.
E di che devo parlare se Ricky è un artista o no? Ma che cazzo me ne frega a me, io devo faticá e smadonná, ogni volta che mi tocca lavorare, che cazzo me ne frega se è artista o no! L'avró pure già detto, perché queste sono le uscite cicliche, di Ricky l'insicuro/fregnone.
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