lunedì 17 dicembre 2018

LE COSE INUTILI

"Ricky, perché continui a fare queste cose inutili? Come spettatore mi sento
quasi offeso". Questa è una recente critica al mio modo di fare cinema.
Un'altra critica, di solito la più gettonata, mi rimprovera che sono "buoni tutti"
a fare quello che faccio io, a riprendere la gente per strada, poi ci metti sopra
una musica strana, compositori contemporanei, ed il gioco è fatto. E la noia
è raggiunta. Perché uno spettatore dovrebbe perdere tempo a vedere quello
che vede tutti i giorni, perché deve sorbirsi la solita vita di tutti i giorni?
Al cinema non si va forse per evadere? Per vedere cose straordinarie?
Il cinema come evasione, i più raffinati magari vogliono anche il cinema
d'invasione, ma invasione interiore non extraterrestre. Oggi non c'è solo
il cinema, ci sono altri modi di fruizione, c'è per esempio YouTube e la
poetica del frammento, e penso che questa sia la cosa che mi riguarda,
quindi proverò a rispondere alle critiche. Prima di tutto: anche io sono un
cinefilo, amo il cinema, ne ho visto tanto e come spettatore apprezzo sia
Truffaut che Stallone, non sono per niente snob. Volete sapere quante volte
ho rivisto la scena di Rambo che fugge dalla stazione di polizia? Almeno
una cinquantina. Non riesco a staccare gli occhi, ogni volta che vogliono
fargli la barba a secco, senza schiuma, e lui urla e si ribella, con la mente
allucinata dalle torture subite in Vietnam, mi emoziono come un ragazzo.
Allo stesso modo, avrò visto una cinquantina di volte anche il piano sequenza
finale dei Quattrocento colpi del mio amatissimo Truffaut. Adoro la
Nouvelle Vague. Godard e Truffaut, Resnais, Rohmer e gli altri avevano
un debito con un grande regista italiano: Rossellini. Quale era stata la
grande lezione di Rossellini? Una e semplicissima: girare per le strade,
in ambienti reali, senza il teatro di posa. Girare in velocità, senza perdere
tempo in "belle inquadrature", divertirsi, emozionarsi, eccitarsi con la
vita, con i passanti reali, con gli imprevisti del caso, con i muri scrostati
di un vero appartamento, con una troupe esigua, leggera come una piuma,
senza il baraccone meccanico del cinema, senza la pesantezza di tutto
l'apparato. Per girare un film Rohmer aveva bisogno di tre o quattro
persone, non di più, a parte gli attori. Ma erano altri tempi anche quelli
della Nouvelle Vague, adesso c'è YouTube e ci sono io. Io non solo giro
senza un teatro di posa, ma giro senza una storia, preferisco accennare,
suggerire, filmare tenui fili narrativi, sospesi nell'innocenza dello sguardo.
Non ho bisogno di un assassino, di un'avventura, di un'esplosione, di
una storia d'amore. Come autore sono cose che non mi interessano.
A me interessa riprendere una persona che sta aspettando un tram, mi
interessa raccogliere frammenti visivi e poi ricomporli secondo il mio
gusto, il mio stile. Mi interessa che lo spettatore entri nel mio sguardo
e nella mia mente. Dono una sorta di breviario dello sguardo, una specie
di piccolo manuale visivo con il quale giocare nella vita di tutti i giorni.
Una fermata del tram filmata da me diventa una fermata d'autore.
Metto la mia firma sul mondo, sul mio modo di percepire il mondo.
Sono cose inutili? Ma l'arte non è tutta inutile? Quando faccio un film
o quando sono fatto da un film (perché è la vita che mi dirige), non
è mia intenzione quella di essere utile a qualcuno, il mio scopo è di
formare lo sguardo di chi vede i miei film, di vedere la fermata di un
tram come la vedo io, di fare sentire che tutto è degno di essere
vissuto, raccontato, e percepito nella sua nudità sconvolgente.
Senza tante storie. Solo con la vita negli occhi: la mia.

25 commenti:

attimiespazi ha detto...

ciao Ricky,
sono assolutamente d'accordo con te.
avrei voluto rispondere a Freddy, nel post precedente, ma lo faccio qui visto che hai tirato fuori l'argomento.
avrei voluto rispondere con il mio semplicissimo parere personale che sussiste nel fatto che in alcune espressioni filmiche quello che ha importanza è lo sguardo dello spettatore. noto spesso che c'è chi tenta di "indovinare" quello che può aver voluto dire l'autore, ma la percezione - secondo me - dovrebbe essere personale, perché un autore può essere spinto da un bisogno così intimo in cui a volte è impossibile entrarci poiché le mille sfumature che lo compongono sono fuggevoli e appartengono alla solitudine interna di chi crea.
in alcune espressioni, "la storia" nasce proprio in chi guarda, permettendo così ad ognuno una libera interpretazione senza alcun vincolo narrativo, in assoluta caduta libera.
sai Ricky, però ora mi sto chiedendo una cosa. perché nel caso della mia Gabbianella, invece, (a parte i difetti tecnici dovuti alla mia inesperienza) mi dicesti in una tua critica che mancava la storia. puoi chiarirmi la tua posizione a riguardo? avendo rimarcato la mia tesi che si appoggia alla tua, effettivamente non compresi appieno quello che mi dicesti. come sai, spesso anche io compongo "cose inutili" che però hanno una valenza particolare e personalissima rinchiusa in quella solitudine di cui sopra. ci tengo ai tuoi pareri, anche solo per un confronto di idee seppur queste possano allontanarsi dalle mie. grazie..

.a

rickyfarina ha detto...


Attimi, in quel caso credo di avere usato la parola storia tra virgolette, in ogni caso era da intendere così.
Secondo me mancava un addensante, diciamo così. Storia intesa come "dialogo" tra i frammenti e le
immagini, una poetica personale che ancora devi trovare, secondo me. Hai le doti: sensibilità, pensiero,
capacità di montaggio e gusto. Ma sei ancora "timida". Non basta riprendere un soggetto poetico per
fare poesia o per fare un "film". Tutto può essere poetico, anche un cavatappi. Conta il modo.
Ti sei liberata degli effettacci digitali(che comunque erano un tuo marchio di fabbrica, per quanto
pre-impostato), ora che sei passata all "fede" nelle immagini pure e semplici, devi solo trovare
il tuo "filo rosso", secondo me.

marti64 ha detto...

Guardando i film di Ricky che non hanno nulla in meno di un film di due ore, mi
viene spontaneo cercare di immedesimarmi nel pensiero del regista senza quasi mai
riuscirci. In un commento Ricky disse: bella la tua interpretazione, non ricordo
le precise parole ma il significato era quello.Per me sono valide tutte e due le
tesi,guardare con gli occhi dell'autore, o con i propri costruendosi il proprio
film. Non ci sono intressi milionari dietro i film di Ricky, direi neanche duecento euro, solo un povero(di soldi)si può domandare cos'è che spinge Ricky Farina a
fare i suoi film. Non capisco chi si cala dall'alto, e non si è nemmeno fatto
questa domanda. Questo post spiega una volta per tutte l'utilità dei tuoi film
e la chiave di lettura. Non mi resta che augurare buona visione.
Ho leccato troppo? denaro non circola mazzette neppure il prestigio none cosa mia
cosi tagliamo la testa al topo,sono al risparmio.
dieci centimetri di neve in romagna, soo congelataaa!!!!

rickyfarina ha detto...


Severino:

Sì, Ricky sei un autore e originale. Un altro, neanche s'accorge di ciò che vedi tu.A volte mi hai fatto pensare al grande poeta Antonio Machado, altre volte mi fai pensare a ciò che era scritto sulla fascetta di un libro di Bertrand Russel:" L'ozio è il padre di tutte le virtù"

rickyfarina ha detto...


Emilio:

oggi si vive una realtà fatta di apparenze basta pensare a cosa passa la tv non mi meraviglio se un Genio viene criticato sei il Piero Ciampi della macchina da presa.

rickyfarina ha detto...


Guido:

La tua poetica è neorealista, nulla di strano. Io non sono allineato col neorealismo, credo di più in linea di massima nel cinema dell'artificio, dell'illusione (e questo non significa che sia per forza commerciale). Comunque mi piaci per come riprendi le cose e come fai emergere la vita delle persone. Si capisce che le ami quando le riprendi. Dire che fai cose inutili è fuori luogo...odio il criterio dell'utile. Anche a voler essere proprio pessimisti, insegni uno stile, metti in comunicazione le persone tra loro, esprimi te stesso, quello che ti circonda. Cmq la famosa scena della barba a secco in "Rambo" ha colpito anche a me...e ogni tanto a distanza di anni mi viene in mente.

rickyfarina ha detto...


Davide:

In una società in cui pochi vedono al di la del proprio smartphone, questi commenti (chiamarli critiche è una parola grossa), danno ancora più pregio ai tuoi film. Dal resto la madre degli ignoranti non squirta sulle fette biscottate.

rickyfarina ha detto...



Ivan Ramirez:

Soprattutto Originale! Quando guardo i tuoi video, mi sento veramente fiero di essere un tuo spettatore. GRANDE RICKY!!!

rickyfarina ha detto...


Claudio Bramini:

Continua così Ricky!

rickyfarina ha detto...


Raffaele:

Metti la tua firma sulla realtà come Duchamp sull'orinatoio?

Risposta: Sì, ma in questo caso è la realtà a capovolgere me!

rickyfarina ha detto...


Michele Grilli:

Caro Ricky, le do del lei poiché nella vita quotidiana non la conosco; mai l'ho incontrata. Sono un fruitore abituale del suo bel canale, apprezzandone sia la forma e il contenuto: o per meglio dire la forma che informa il contenuto e viceversa. Le consiglio di fottersene delle critiche dei soliti sapientoni poiché il suo canale rappresenta una specchiante poetica dell'immanenza; un saggio visivo su tutto ciò che la circonda...un saggio nel senso di saggiare con le mani. Lei sicuramente ha ben colto il messaggio di Truffaut quando disse che il cinema di domani sarebbe stato molto più intimo, molto più autobiografico, adesso non ricordo le parole esatte che disse, non ho voglia di andare a cercarle, ma il senso era più o meno quello...quindi vada avanti a fare i suoi video con lo stesso spirito guerriero di un uomo che strofina una mattonella per farne uno specchio (e se la mattonella fosse già specchio?); e chissà che un giorno, un domani, qualcuno non le dedichi una retrospettiva...Ps: secondo me quel che lei fa può essere assimilato alle opere di James Benning, iper contemplativo cineasta statunitense...le consiglio, sempre su youtube, twenty cigarettes. Poiché la corsa di Rambo a ben guardare non è troppo diversa da quella di Antoine Doinel. La saluto.

rickyfarina ha detto...


Pais onair:

E' la stessa insensata critica che viene fatta a un certo tipo di fotografia, chi osserva pretende di essere sempre e comunque "tramortito" altrimenti è una fotografia che non gli dice niente, che avrebbe potuto fare chiunque. E quindi è impossibile per loro apprezzare uno Stephen Shore e figuriamoci un Luigi Ghirri, amato più all'estero che in Italia. Occorre una certa sensibilità per saper apprezzare certe modalità espressive altrimenti, da anestetizzati, si percepiscono solo schiaffoni e calci in culo. Ma qualcuno che capisce c'è sempre, tanto basta.

attimiespazi ha detto...

grazie Ricky,
il mio filo rosso è nel mio intimo che lascio scoprire a chi vuole farlo, e le mie "esternazioni" rientrano in quello che chiamo un percorso experimental abstract naïf, nessuna pretesa di alcun che, solo il bisogno di "vomitare" e dare una forma, sempre diversa, e a modo mio ai piccoli tasselli che compongono una parte della mia vita e che seguono un filo conduttore personale. quello a cui ti riferisci è un esame obiettivo puramente tecnico che a me interessa fino ad un certo punto, in verità, e che possiamo rilegarlo anche a gusti personali rispettabilissimi.
Martina, invece, al di là delle valutazioni tecniche, è una persona che cerca di "entrare" nell'intimo di quelle persone che tentano di esprimere una parte di sé, cerca di capire il costruito dell'altro e cerca di entrarci in sintonia palesando comunque i sentimenti che un'opera ha suscitato in lei.
ecco, questa è la sensibilità che dovrebbe avere lo spettatore, dare uno sguardo ulteriore a quello proposto o "vomitato" da un autore.
è quello che cerco di fare anche io: apprendere lo stile di ognuno e coglierne le sfumature che appartengono al singolo. va da sé che se uno stile non rispecchia i miei gusti non posso appassionarmi più di tanto, ed è giusto che sia così, come per me anche per tutti.

ma, tornando a te, beh!!!!!
ma dove cavolo sono tutte queste persone che ti scrivono queste belle cose?
sono solo su FB?
hai dimenticato qualcuno,
attimiespazi
(non so se conosci il soggetto?!) che non pratica faccialibro, e che ha scritto fiumi di parole su Ricky Farina, tra i tanti fiumi, per esempio, a suo tempo scrisse che

"adoro il minimal-realismo di Ricky Farina; adoro questo ladro gentiluomo di immagini vivide e pulsanti, immagini che rapiscono e affascinano il suo sguardo cardiaco, essenza del suo Essere; adoro il suo stile ricercato che scava nei dettagli di una vita che si esprime in se stessa per se stessa e che scorre nell'improvvisazione dell'attimo; adoro il suo intimismo puro ed essenziale che si cala nella notte e scopre il senso, filtra l'anima e che esprime il tentativo delicato e mai banale di restituire al mondo la ricchezza di frammenti esistenziali costitutivi. l'intera opera di Ricky Farina incentrata sulla perenne ricerca dell'individuo, sulla sua condizione e le sue fragilità si snoda attorno a satelliti emozionali che abitano in tutte le sue creazioni e che mi appaiono come semplici, pure e silenziose infiltrazioni di poesia. adoro Ricky Farina. punto e basta."

per attimiespazi, in sostanza,
Ricky Farina è quasi infinito, lo sapevi?
beh, se non lo sapevi, ora sappilo!!
:-))))

tié

QUASI INFINITO


.att

attimiespazi ha detto...

osservavo una cosa:
Severino, Emilio, Guido, Davide, Ivan, Claudio, Raffaele, Michele, [Pais (?)]
tutti uomini.
le donne cosa ti dicono? hanno altrettante capacità interpretative di un autore come
si evidenzia in alcuni commenti che hai riportato?

.?

marti64 ha detto...

attimi
non sapevo spiegare con parole cosi ricche i tuoi video, quelle immagini, quei luoghi inspiegabili. La tentazione è spiegare l'opera tal quale a chi l'ha immaginata
ma semplicemente io apro il cuore e lo lascio scrivere, senza questo piccolo
esercizio di apertura sarebbe difficile descrivere qualsiasi cosa legata all'arte
parola di contadina.Oggi sono vicino al camino, fuori è tutto bianco, a Silvano
dico che non ho fatto neanche quattro ore, oggi vivo,con la mia famiglia e gli
amici di internette

marti64 ha detto...

attimi
Non avevo letto l'elogio a Ricky,un apertura del cuore totale
solo con questa nuova impostazione del blog potranno scuturire
tutte le visioni possibili.
Non riesco a capire da dove vengano tutti questi uomini
accompagnati per la manina da Ricky Farina, Emilio, Guido,Davide
Ivan, Claudio, Raffaele, Michele, Pais, scusate se si tratta di mia
ignoranza virtuale, comunque benvenuti

attimiespazi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
attimiespazi ha detto...

@Martina,
alla fine si casca sempre lì: nel gusto personale.
se un follower fa una critica negativa su una specifica opera vuol dire evidentemente che a quel follower non è piaciuta. ci può stare, perché no?
l'importante, però, sarebbe riuscire a specificare in cosa non è piaciuta dopo averla vista per intero; solo così la critica avrebbe un pochino più senso e sarebbe meno superficiale, no?
non so se RF abbia fame di consensi, ma trovo giusto in un certo qual senso il fatto che lui tenda a sensibilizzare chi lo segue ad esprimere le sensazioni in maniera più estesa, più marcata e a trarre un giudizio estetico motivando i sentimenti negativi o positivi che ha suscitato un suo lavoro con argomentazioni plausibili.
questo dopo aver conosciuto almeno in minima parte il complesso delle opere dell'autore.
la conoscenza minima è necessaria, come in tutte le cose.
forse, Freddy non comprende che le immagini che propone Ricky sono di natura contemplativa, non finalizzata ad alcunché, ma che allo stesso tempo nascondono in esse un qualcosa di dinamico, perché a me pare che lascino addosso allo spettatore sempre e comunque dei sentimenti, che siano negativi, positivi, di inquietudine, di bellezza, di paura, di gioia, di impotenza, ecc, ritengo che sia relativo.
importa il fatto che mettano in risalto i sentimenti umani e il ciclo perfetto del pensiero.
o almeno a me sembra che sia così,
ed è per questo che considero RF da sempre un poeta delle immagini, perché credo che solo chi come lui comunica la vita che gli cammina addosso possa trasmettere una bellezza che si guarda, si ascolta e si pensa..

.attimicheevvivalanevechemimetteallegria

marti64 ha detto...

Ho sempre poche parole per spiegare, se prendiamo ad esempio il video dedicato a "Believe", può scatenare tutti i sentimenti da te citati, si sconfina subito
nella politica, nel "Pianeta Albatron"ho provato inquietudine, si vero, Ricky ti
fa esplorare tutto quello che è legato all'animo umano, è di queste cose che
dovremmo discutere, ci si ferma dire tu hai letto quel libro, tu non hai guardato
quel film. Io starei più sul pezzo, quando lo richiede e aprirei un pò il cuore
nella lettura, critica oll'operato del filmmaker, visto che parla delle sfumature
dell'animo umano, della vita. Le critiche non mancheranno, daranno respiro ad
un ampio dibattito

Martycheprovadirequalcosa

attimiespazi ha detto...

:-)))

ah, Martina,
a dire il vero la mia natura di commentatrice è sempre stata quella
di esser concisa ed essenziale,
e solo ultimamente mi sono scoperta un pochino più prolissa a causa dei tanti
argomenti messi sulla graticola e le discussioni derivate da essi, ma conto
di tornare alle mie origini con sintesi di contenuto.
ciao, e grazie delle chiacchiere..

.attimi

rickyfarina ha detto...

Fabio Piper Riccardi:

Ciao Ricky, ho letto il tuo ultimo post, e mi sono sentito in dovere di scriverti dicendo di non perdere tempo ad ascoltare critiche così poco costruttive...
la poetica del frammento c'è, è viva, punge, fa scorrere l'emozione dentro e sgocciolare il pensiero fuori.
Fabio Piper Riccardi
Avevo proprio voglia di scriverti in questi giorni, mi sei venuto in mente anche se era da un po' che non ci sentivamo, sembra sciocco ma anche se non ci siamo mai conosciuti di persona, quando giro per la città ed osservo il traffico ripenso alla tua telecamera. E questo vuol dire che il tuo stile esiste ed è inconfondibile. Altro che "perdere tempo a vedere ciò che si vede tutti i giorni". E poi sei una persona così gentile. Ah, ce ne fossero di più di Ricky Farina, in mezzo a ciò che vediamo tutti i giorni.

Lì, con la sua telecamera, ed un caffè sul tavolino. E quel sorriso buono, gentile e contemplativo.

Anonimo ha detto...

Inutile pure sbracciarsi a parole. La mia non era una opinione, ma un giudizio.

rickyfarina ha detto...


E'arrivato il giudice di sto cazzo.

Anonimo ha detto...

Sei tu che hai scelto di fare l'artista. Io faccio l'artigiano. Però io, quando faccio dei lavori di merda lo ammetto!

attimiespazi ha detto...

a proposito di Artisti, oggi ricorre la nascita di Paul Klee. mi piace un totalissimo questo pittore.
beh, lui disse che:
"L'arte non riproduce ciò che è visibile,
ma rende visibile ciò che non sempre lo è"..

.@