venerdì 28 luglio 2017

LA STAZIONE di Valerio Zurlini

Tutta o quasi tutta la poetica della Chisciotte è racchiusa in questo
piccolo gioiello documentaristico di Valerio Zurlini del 1952, compreso il
finale alla Hitchcock, il maestro del brivido nel brivido di ciò che fugge.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

La missione del documentarista....riprendere il quotidiano del presente per rivestirlo del fascino del passato e del "come eravamo" ....agli occhi dell'uomo del futuro. La normalità del passato che, seppur nella sua semplicità, cattura lo sguardo e la curiosità del futuro. Anche tu ...sei un documentarista in missione .....per i posteri. E la curiosità e l'apprezzamento dei posteri per i tuoi documentari....crescerà man mano che scorreranno i decenni e gli occhi dei posteri saranno sempre più distanti dal presente. I maggiori riconoscimenti ed apprezzamenti di ciò che fai ....si trovano in un lontano futuro. Sei come una capsula del tempo.

riccardofarina69 ha detto...

Mi piace molto. Chi sei?

Paoly ha detto...

E' bellissimo... un piccolo diamante grezzo. Senza prezzo.
Nonostante i decenni passati, le cose non sono poi così cambiate. Quantomeno per le classi medio basse... Il treno è il mezzo di locomozione che preferisco. Sarà che da bimba papà mi portava nel seggiolino della bici fino al paesino vicino, per veder passare il treno. Da lì al piccolo sgangherato parco giochi poco distante. Paesaggio da far west. Ora è una colata di cemento triste ai lati dei binari, oltre le sterpaglie, con la puzza di rifiuti che scende dalla collinetta adibita a discarica, a strapiombo sulla piccola stazione in abbandono. Quante piccole stazioni abbandonate, immerse nel silenzio... assordanti. Con vagoni obsoleti e fatiscenti spiaggiati come balenottere sui pochi binari morti. Case cantoniere con le finestre murate, o inchiodate. Il momento migliore per andarci è in piena estate, sotto la calura. Esperienza marziana. Vi è mai capitato di sbagliare destinazione e di scendere chissà dove? E' da prendere come un'occasione. O di addormentarvi contro il finestrino e risvegliarvi su un treno fuori servizio, vuoto, lanciatissimo, incespicando in una corsa angosciosa da un vagone all'altro, alla Hitchcock, in cerca di una forma di vita? Esperienza adrenalinica. E le stazioni... il bestiario umano al completo. Tutte le emozioni umane in una boule a neige. Basta inclinarla appena... ed ecco tutto il progresso imbalsamato in una sfera. Bello quando ci sono i mondiali di calcio. Nelle stazioni più grandi mettono il maxischermo e ci si ritrova tutti li, tra poveri cristi... da monadi egoiste, sfinite è un po' incazzate a fratelli e sorelle che si sorridono a piena bocca e si passano i bicchierini di plastica, condividendo persino la bottiglia di cola sgasata. La notte in stazione invece fa paura. Non finisce mai.

Anonimo ha detto...

Chi sono io.....che importanza ha? Io sono io .....l'importante è il pensiero, è stato apprezzato ....e questo basta.

riccardofarina69 ha detto...

Ok. È che sono un tipaccio curioso ma va bene così

Anonimo ha detto...

Per la cronaca sei ....un tipaccio curioso che ti porta a oltrepassare limiti di non rispetto, linguacciuto, pettegolo, con fuoriuscite e richieste che a volte rasentano l'assurdo. Se per caso percepisci una sensazione bruciante sulla nuca e sul deretano....sappi che sono io che fortemente immagino di assestarti uno scappellotto ed una pedata ...tutte le volte che per quella testaccia transita un pensiero sui minorenni , l'età del consenso e le norme legislative. Uomo avvisato.....deretano salvato....ma soprattutto galera evitata.

Anonimo ha detto...

Sarà quella vecchia smandrappata di Chicca