domenica 15 aprile 2018

POESIA SENZA SENSO

Era la vertigine. Il passo sospeso sul precipizio.
Non era la banana. Non era la scimmia.
Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
Che cosa ci faccio al mondo? Che cosa ci fa
il mondo dentro di me? Posare una fragola
sopra la carta vetrata è un gesto possibile.
Pensare gesti possibili è un compito umano.
Ha senso cercare un senso quando ne abbiamo
ben cinque a disposizione? E'sempre e solo
una questione di tatto. Il senso ultimo delle
cose. Quindi, in un certo senso, è sempre e
solo una questione di gusto e di educazione.
Di stile. Vivere con stile, morire con stile.
Ci sono cravatte insopportabili, ci sono colli
meravigliosamente ribelli. Ci sono le stelle.
Le stelle. I disegni dei bambini. Ci sono i
disegni appena nati. Le poesie appena nate.
Non è possibile continuare su questo piano.
Prendiamo l'ascensore. Vediamo che cosa
succede. "Potete mettere i vestiti sul letto".
Equivoco sonoro. L'ospite andò sul tetto
a posare il suo cappotto. Una stella cadde
nella tasca del cappotto sul tetto. Il letto
era, non il tetto. Da un equivoco nasce la
poesia. Equivocare l'universo è una forma
di libertà. Onnipotenza fragile di ogni
malinteso.

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