Eccomi, sono tornato a Milano con il treno. Davanti a me
avevo una donna con un naso, come si dice?, importante,
ma non le stava male, in fondo meglio avere un naso importante
che un naso qualunque. A fianco avevo uno scrittore e forse regista
teatrale, parlava al telefono con un attore, probabilmente era
un lavoro sull'antica Roma, discutevano di Orazio e di Augusto,
a un certo punto ha detto: "Orazio era l'Andy Warhol della
sua epoca". Ogni tanto ci sbirciavamo ma non ci siamo
scambiati nemmeno una parola. Ora sto caricando il film a
Nicolino, e nei prossimi giorni affronterò Helena Velena.
Fuori è già buio. Nella mia mente c'è un angelo delirante.
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