giovedì 5 aprile 2012

INFINITO E FANGO

Un orizzonte nascosto nelle tenebre.
Stanotte ho sognato di affacciarmi alla
finestra, c'erano meduse lunari, folli,
elettriche, che volavano a pochi passi
dal mio cornicione. Una meraviglia.
Il buio era stravolto dalla loro luce
intermittente. E non ero solo, una
donna condivideva quello spettacolo.

Svegliarsi da un sogno non è mai crudele,
chi lo pensa non conosce la vita, questo nido
di fantasmi e di vertigini, così cedevole
è la sostanza del nostro essere che è simile
in tutto alla fragilità dei sogni. Anche la
quercia ha tremori di radici, e vento nelle
squame resinose, anche la quercia è sogno.
Vivere è un distillato di infinito e fango.

A noi spetta il compito di plasmare il fango
senza mai dimenticare l'infinito.

1 commento:

Anonimo ha detto...

gli unici che hanno pietà di me sono i sogni: mi hanno abbandonato anche nel sonno. sono io fango e infinito. non mi plasmo. ci pensa il mondo.

Elena