Ho sognato una morte concentrica.
Anelli d'acqua sul cuscino.
La mia testa come un sassolino.
E sopra di me un temporale.
Una capra sul mio petto d'erba.
Le mie ossa infrante, i miei occhi
divorati, la mia bocca congelata.
Ho sognato di lasciare tutto come
una bugia di luce nel cuore.
L'universo franato, anche il volto
della madre, tutto dissolto.
Che cosa resta della vita
che abbiamo amato?
5 commenti:
Finché puoi sognarlo, tutto resta.
"ora l’aria è piena di fantasmi che nessuno sa più come evitarli." Da valutare se la capra è stata mandata da uno Sgarbi incazzato dalla lettura di un post.
BeM
Bem, vieni direttamente dal mio blog sul Fatto?
Un saluto.
"Una capra sul mio petto d'erba..."
Ammettilo, l'hai fatto apposta a citare la capra dopo che ci avevi appena raccontato di Sgarbi!
:-))
Da un paio di mesi ti seguo sul Fatto e sono arrivato qui per caso per colpa di Google. Un saluto anche a te e continua, con i film e le parole, a raccontare la vita come la vedi e qualcosa resterà anche a chi non sa o non vuole capire.
BeM
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