Ho allucinazioni continue. Imbuti paradisiaci
che mi fanno ingoiare stelle carnali e ossi.
Ho una fame che precede l'universo, morsi
inattesi, disvelamenti del dolore di nascere,
come molle che esplodono nelle viscere dei
materassi per trattenere i miei risvegli, mi si
spappola l'infinito quando incontro l'amore,
ed è sempre amore, anche quando urlo nella
notte alla ricerca di un silenzio dirompente.
La cerniera del mio sorriso si apre sulle agonie.
Vastità di tenebra si appiccicano alla gola.
E respirare sembra una follia pura come la
semenza del peccato che fa nascere la vita.
Non ci sono scuse per non essere felici.
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