L'uomo ordinario è legato alle sensazioni, se prova sofferenza
si abbatte, si affligge, si lamenta, mentre il discepolo
illuminato, il discepolo che segue l'insegnamento del Buddha,
non è legato alle sensazioni, non si identifica con esse, lascia
scorrere le sensazioni sulla superficie del suo essere, che
resta illesa, intaccata, pura. Uno specchio d'acqua cristallina.
Non posso che provare simpatia per l'uomo ordinario, così umano,
così vero, così simile a me, mentre provo una vera e propria
avversione per l'uomo saggio: un mostro imperturbabile.
Il Nirvana io, come direbbe Ferré, me lo metto nelle mutande.
Se c'è da soffrire bisogna soffrire fino in fondo, è da sciocchi
mummificare le lacrime: che scorrano sul mio viso copiose.
Addio Buddha, non mi servi.
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