Daniel Arvizu è un ragazzo di talento cresciuto nella luce
del Messico, suo paese d'origine. Quella luce maestosa, elegante,
allucinata, gli è entrata nel sangue, ed egli la trasfonde,
sapientemente, meticolosamente, con perizia alchemica, nel
suo lavoro di fotografo e di direttore della fotografia per
il cinema. La forma, l'equilibrio, la segreta sintassi dei
colori, la modulazione ritmica delle ombre, sono il suo pane
quotidiano, la sua passione. Riesce a unire nella sua tecnica
un'estrema lucidità, fatta di scrupolo quasi maniacale, e
una sulfurea simbiosi con l'immagine, creando una sorta di
"evocazione" dell'immagine stessa, che ne perpetua il mistero
e l'intima evanescenza. Ogni immagine è una testimonianza,
un "martirio" della Visione, e Daniel ne è consapevole.
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