CLOWN
Un giorno.
Un giorno, forse fra poco.
Un giorno, strapperò via l'àncora che tiene la mia nave lontana
dai mari.
Con quel tipo di coraggio che ci vuole per essere niente
e niente di niente.
Abbandonerò ciò che pareva essermi indissolubilmente vicino.
Lo stroncherò, lo ribalterò, lo spezzerò, lo farò precipitare.
Spurgando di colpo il mio miserabile pudore, le mie
miserabili combinazioni e i miei concatenamenti "logici".
Svuotato dell'ascesso di essere qualcuno, tornerò a bere
il nutrimento dello spazio.
A colpi di ridicolo, di degradamenti(che cos'è il degradamento?),
per esplosione, per vacuità, per totale dissipazione-
derisione-purgazione, io stesso espellerò da me la forma
che appariva così ben attaccata e composta, assortita al
mio ambiente e ai miei simili, tanto degni i miei simili.
Ridotto a un'umiltà da catastrofe, a un livellamento
perfetto come dopo un'intensa fifa.
Ricondotto al di sopra di ogni misura al mio rango
autentico, all'infimo rango che non so quale idea-ambizione
mi aveva fatto disertare.
Annientato nell'altezza, nella stima.
Perduto in un luogo lontano(o magari no), senza nome,
senza identità.
CLOWN, per abbattare nello scherno, nello sghignazzo,
nel grottesco, il senso che contro ogni luce
mi ero fatto della mia importanza.
Mi tufferò.
Senza borsa, nell'infinito-spirito-sottostante a tutti
aperto io stesso a una nuova e incredibile rugiada
a furia di essere nullo
e raso...
e risibile...
ICEBERG
Iceberg, senza parapetto, senza cinta, dove i vecchi cormorani
abbattuti e le anime dei marinai morti da poco vengono
ad affacciarsi alle notti d'incanto dell'iperboreo.
Iceberg, Iceberg, cattedrali senza religione dell'eterno
inverno, avvolti nella calotta glaciale del pianeta Terra.
Quanto alti, quanto puri i vostri fianchi generati dal freddo.
Iceberg, Iceberg, dorso del Nord Atlantico, augusti Buddha
gelati su mari incontemplati, Fari scintillanti della Morte
senza scampo, il travolgente grido del silenzio dura secoli.
Iceberg, Iceberg, Solitari senza bisogno, lontani dai paesi
ingorgati, e liberi da parassiti. Parenti delle isole, parenti
delle fonti, come vi vedo, come mi siete familiari...
In Michaux l'Incontaminato è una pulsione irresistibile alla
purezza e all'annullamento di sé.
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