mercoledì 28 settembre 2016

STRIKE

7 commenti:

rickyfarina ha detto...


Medea :

Strike è un film drammatico: è un catalogo carnascialesco e grave, al tempo stesso, della povertà. Dei vari volti della povertà. E’ un film sulla dignità. Sulla strada che pulsa tra profumi e paillettes e odori nauseabondi; è un film sui colori dell’umanità. Su ciò che è futile, ma anche sull’utilità dell’inutile. E’ un film interrogativo. E’ un generatore di interrogazioni dell’anima. E’ un film fatto di porte e di sbarre; è un percorso tortuoso e lieve nel luogo più recondito del corpo, in quel posto ove nascono le gioie e le tristezze, le imperfezioni sante e le completezze bugiarde.
E’ il film degli uomini impomatati, con le cravatte azzurre e una gran fretta, costretti ad aspettare, e -insieme- degli uomini che si sono ritrovati il cielo per tetto, che sono andati, per cercare, e non temono le attese; è il film della stagione che ormai se n’è andata via, lasciando i suoi segni addosso, le sue corbellerie, ma è anche il film della stagione che viene, dei nuovi timori, dei freddi che si snodano al crepuscolo, delle stelle che stanno a guardare e del buio improvviso. Intanto qualcuno aspetta l’alba. Per l’epifania degli dei. Chè Dio non è superstizione; è un grande osservatore, che si nutre delle luci succulente del mondo, lanciando i suoi sogni tra i birilli e… Strike. Niente oroscopi e niente passato. Qui e adesso è di scena la vita. L’epilogo sulla grata è superlativo: in quella ferita della superficie vanno ad annegare tutte le nostre personali religioni, resta il respiro che, per adesso, non può essere ingoiato dalla vagina abnorme dell’eternità senza colore.

attimiespazi ha detto...

una giovane coppia di disagiati vicino casa mia. mi fermo a parlare con loro e mi raccontano la loro storia. "stranieri", con una bambina piccola. i pannolini per la piccola costano troppo, lui si arrangia con lavoretti saltuari, lei chiede l'elemosina, vivono in roulotte. compro loro i pannolini ed omogenizzati. ci rivediamo diverse volte e un giorno li ospito a casa mia per una doccia, per far rivivere vestiti abbandonati nell'armadio che in famiglia non usavamo più, e quando li riporto all'angolo della loro speranza di giorni migliori ci lasciamo con un sorriso.
sono passati due anni da allora. li ho rivisti qualche mese fa che facevano la spesa in un supermercato e lei, Maria, mi ha accolto con una luce negli occhi che non dimenticherò mai. ci siamo scambiate una carezza sul viso. ora stanno meglio: la realtà in cui vivo si è occupata di loro e della loro bambina per aiutarli ad integrarsi e stanno recuperando la loro dignità di esseri umani.
ecco, nel film la mia attenzione si è focalizzata sull'immagine del signore che chiedeva l'elemosina, l'immagine che più mi ha colpito e che ha rimestato in me questi ricordi.

buona giornata..

.attimi

attimiespazi ha detto...

ciao Medea, ho iniziato GiandanteX.
cavolo! l'ho appena iniziato e mi ha già presa tanto che non vedo l'ora di avere tempo libero per continuarne la lettura. quelle pagine mi "chiamano". hai presente? sì, certo, hai capito di cosa sto parlando.
un saluto..

.attimi

Orizzonte ha detto...

Come mai le inquadrature pendono sempre a destra?

Anonimo ha detto...

Un cartello senza sponsor dipinto da uno scrivano naif, posto a fianco di un tavolo dove il piatto raccoglie l' All-in di una vita: vedo!
(però la modella è bella da far girare la testa)

Giulio

rickyfarina ha detto...


Ho una gamba del cavalletto più corta. Non la cambio, Renoir era zoppo, io sono pigro.

Medea ha detto...

Attimi, ciao.
Non ne avevo dubbi. Buona lettura.