Stamattina ero a Vittoria Apuana a fare colazione e davanti
a me c'era un vippino, un quasi vip, un ex modello, ex attore,
ora caduto in disgrazia, un uomo molto sexy, a dire il vero.
Mi ha fissato mentre sorseggiava un caffè, forse pensava
che fossi un mezzo vip anche io. Ero tutto eccitato, se avessi
avuto la fica sarebbe stata bagnata, ma non era un tipo
di eccitazione omosessuale, no, ero eccitato dal fatto che
fosse un mezzo vip. Queste creature a metà strada tra
la celebrità e l'anonimato hanno un potere afrodisiaco
su di me. Sento tutta la loro disperazione, la loro mancanza
di talento, e trovo che sia sublime. Se vedessi Robert
Redford non proverei le stesse emozioni. La celebrità
conclamata non mi attrae. Invece questi profughi da
Isola dei Famosi, questi emigranti da Buona Domenica,
mi emozionano fino all'estasi dell'ebetudine, non sento
più il malessere dell'eternità e dell'assoluto, e sono invaso
dalle bollicine dorate dell'Effimero, come se avessi il
cuore allagato di champagne, avrei voluto inginocchiarmi
e supplicarlo di scopare la mia donna, ma era con la
propria famiglia, suppongo. Gli avrei leccato i piedi come
segno della mia devozione sconfinata, era Edoardo Costa!
Sì, quello che fece un catalogo con foto di bambini
affamati, e poi il ricavato se lo intascò. Sublime, non solo
mezzo vip ma anche delinquente, il massimo per me.
2 commenti:
Ahahahahahah
La presenza del mezzo Vip per non sentire più il "malessere dell'eternità e dell'assoluto"; mezzo inteso, anche, non come metà o parte di un intero, ma come veicolo terapeutico per alimentare le nostre speranze di fronte alla loro disperazione.
Ci può stare anche a colazione, e senza avere prima bevuto un grappino.
Però, Ricky, io la (tua) donna non gliela farei scopare: di solito questi vippini riescono a farlo meglio col mare.
Giulio
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