Medea : Biondo trasandato; cavi a profusione. L’entusiasmo di Milena: ha fatto un patto segreto con il sole, solo lei sembra saperlo portare addosso, come un abito; la curiosità di Roberto e, quanto a bellezza, parliamo in termini d’eredità: l’ha presa con le unghie ben limate dalla penombra sibillina dell’utero della Genitrice. Ombrelloni chiusi, mare all’imbrunire; gli ultimi bagnanti temerari, il giorno che finisce, la stagione che declina. Bicchieri capovolti, un culo in bella vista. Il biondo si fa ambrato, Bruno inizia a cantare: la voce calda, l’audio da regolare; la grinta da ripescare dentro e da prenderla a morsi. Un ‘ombra. Graffiante. Che non risparmia di palesarsi, a salvezza dal silenzio, che, col tempo, diventa macigno duro a sopportare. L’ultimo bisbigliare del giorno si perde nel fumo di un’illusione: tabacco e salsedine, nudità esposta, giocolieri ed altalene. “Non sono quello che vorrei”: la vecchiezza, a volte, è il tascapane dei rimpianti, il ricettacolo delle malinconie quand’è il tramonto. L’insoddisfazione e il sogno invincibile della musica che salva: la virilità è il mostro di mille paure. Si accendono le luci. Bruno canta e si accendono anche i suoi occhi scuri, dell’oscurità di qualcosa che ha perduto. Scuri e bellissimi: sono una tenebra che sparge nella notte un pulviscolo di cipria ambrata e forse quel rammarico di giovinezza si fa risoluta audacia di credere che la vita possa fare ancora un’imboscata alla morte e vincerla, con una canzone d’amore. Siamo formiche incandescenti con l’ardire d’essere giganti. Bruno ha una sfinge dentro ed è qualcosa di incredibilmente suadente. Lo sciamano allo specchio si toglie il cappello: veni, vidi, vici. Anche i demoni vanno a dormire e resta viva sempre la Poesia. «Piccolino, che fai solo soletto?» «Sto giocando al Diluvio Universale.»
"... Il mio sogno è nutrito d'abbandono, di rimpianto. Non amo che le rose che non colsi. ....". Co-co-tte. Come cambiano i tempi : la mia vicina è un'attempata e simpatica signora ed oggi ho prosaicamente comprato (in saldo) tavolo e sedie per il mio giardinetto.
Ricky, non ti sbilanciare. Se esistesse potrebbero conferirmi la laurea ad honorem in scatologia, scienza che applico volentieri quando vengo arronzato da anonimi gentiluomini e gentildonne. Tornando al tema, ora che ho arredato il giardino e sono riaffiorati alcuni ricordi, inviterò la mia simpatica anziana vicina ad accomodarsi: le chiederò se parla il francese.
4 commenti:
Medea :
Biondo trasandato; cavi a profusione. L’entusiasmo di Milena: ha fatto un patto segreto con il sole, solo lei sembra saperlo portare addosso, come un abito; la curiosità di Roberto e, quanto a bellezza, parliamo in termini d’eredità: l’ha presa con le unghie ben limate dalla penombra sibillina dell’utero della Genitrice. Ombrelloni chiusi, mare all’imbrunire; gli ultimi bagnanti temerari, il giorno che finisce, la stagione che declina. Bicchieri capovolti, un culo in bella vista. Il biondo si fa ambrato, Bruno inizia a cantare: la voce calda, l’audio da regolare; la grinta da ripescare dentro e da prenderla a morsi. Un ‘ombra. Graffiante. Che non risparmia di palesarsi, a salvezza dal silenzio, che, col tempo, diventa macigno duro a sopportare. L’ultimo bisbigliare del giorno si perde nel fumo di un’illusione: tabacco e salsedine, nudità esposta, giocolieri ed altalene. “Non sono quello che vorrei”: la vecchiezza, a volte, è il tascapane dei rimpianti, il ricettacolo delle malinconie quand’è il tramonto. L’insoddisfazione e il sogno invincibile della musica che salva: la virilità è il mostro di mille paure.
Si accendono le luci. Bruno canta e si accendono anche i suoi occhi scuri, dell’oscurità di qualcosa che ha perduto. Scuri e bellissimi: sono una tenebra che sparge nella notte un pulviscolo di cipria ambrata e forse quel rammarico di giovinezza si fa risoluta audacia di credere che la vita possa fare ancora un’imboscata alla morte e vincerla, con una canzone d’amore. Siamo formiche incandescenti con l’ardire d’essere giganti. Bruno ha una sfinge dentro ed è qualcosa di incredibilmente suadente.
Lo sciamano allo specchio si toglie il cappello: veni, vidi, vici. Anche i demoni vanno a dormire e resta viva sempre la Poesia.
«Piccolino, che fai solo soletto?»
«Sto giocando al Diluvio Universale.»
"... Il mio sogno è nutrito d'abbandono, di rimpianto. Non amo che le rose che non colsi. ....".
Co-co-tte. Come cambiano i tempi : la mia vicina è un'attempata e simpatica signora ed oggi ho prosaicamente comprato (in saldo) tavolo e sedie per il mio giardinetto.
Giulio
Ecco, Giulio è uno che nobilita questo blog.
Ricky, non ti sbilanciare.
Se esistesse potrebbero conferirmi la laurea ad honorem in scatologia, scienza che applico volentieri quando vengo arronzato da anonimi gentiluomini e gentildonne.
Tornando al tema, ora che ho arredato il giardino e sono riaffiorati alcuni ricordi, inviterò la mia simpatica anziana vicina ad accomodarsi: le chiederò se parla il francese.
Giulio
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