Ci ha lasciati Corso Salani, un regista e un attore che
apprezzo molto, il suo cuore ha ceduto mentre
camminava insieme alla moglie Margherita sul
lido di Ostia, "una morte di confine", tra la terra e
il mare, e il confine era un tema cardine della sua
opera, quella che si dice una morte perfetta, pur nella
sua tragica apparizione. La vita non smette mai di
ricordarci che ci può abbandonare in ogni istante,
mentre facciamo le cose più semplici : camminare,
bere, mangiare, fare l'amore, o cucire uno strappo.
Ho visto Corso Salani solo una volta, al festival
di Bellaria, camminava lungo il corso, elegante,
silenzioso, in compagnia di se stesso, ci siamo guardati
un attimo e ci siamo donati un sorriso per una
simpatia istintiva, immediata, reciproca.
Pur non conoscendolo personalmente posso dire
che Corso era sicuramente un uomo buono, di una
bontà mai stucchevole, ma sempre ironica, vedendo
le sue opere lo si capisce, e voglio ricordarlo con
questo frammento tratto da Imatra, dove Corso
analizza, e direi "anatomizza" una storia d'amore
finita, con ossessivi primi piani sul volto della sua
ex-compagna, quasi a cercare di trattenere una
emozione ormai irrimediabilmente perduta...
Si tratta di una sorta di falso documentario, dove
realtà e finzione si confondono, dove appunto "il confine"
tra ciò che è vero e ciò che è falso è labile, e
ci sfugge continuamente, come ci sfugge l'amore,
l'amore che è vero quando ci fa soffrire, che è
falso quando ci rende felici, e viceversa. Non ho
parole per esprimere la mia tristezza per la morte
di Corso Salani, ora che ha varcato l'estremo
confine ripenso al suo sorriso e lo saluto con affetto
dal mio fragile confine di uomo...
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