Appena finito di rileggere Amleto, è il sublime tentativo
di un poeta di opporsi alla nudità della morte
attraverso il rivestimento dell'arte, non mi ricordavo
tutta la macabra ironia che pervade l'opera, il gioco
costante della simulazione, come se l'inganno o la capacità
che l'uomo ha di ingannare se stesso e gli altri fosse
l'unica salvezza possibile in questo mondo fatto di
polvere e caducità, e il famoso monologo "essere o
non essere" è un monologo spiato, Amleto lo pronuncia
mentre viene spiato e Ofelia fa finta di leggere un
libro, c'è sempre l'idea del trabocchetto, della trappola
anche nel cuore di una verità pulsante...tragedia
ossimorica fatta di fantasmi e di ossa prosciugate,
dove si sente la presenza dell'occhio umano che scruta,
che spia, e cerca di cogliere la forma evanescente
del mistero, un fiore finto che sanguina luce nel buio.
Nessun commento:
Posta un commento