C'è un'espressione di Manganelli poeta che mi commuove e che
trovo illuminante: "la fosforescenza della tua assenza".
Questo "amabile niente" che ci resta addosso dopo che una donna
o una persona cara ci hanno abbandonato.
Siamo "corpi transitabili", e la memoria è questo vicolo cieco
rischiarato dalla luce dell'assenza.
Assenza in questo caso è l'equivalente di essenza.
Si potrebbe dire che l'assenza è l'essenza ultima.
Un'assenza rimanda sempre a una presenza.
L'assenza è la traccia, l'orma, il fossile.
Ma l'assenza non è un "dopo", essa è già racchiusa
nella presenza, è consustanziale alla presenza.
L'assenza "sostiene" la presenza, e non il contrario.
Senza assenza(un paradosso!) l'essere imploderebbe.
Non dobbiamo mai "perdere di vista" l'assenza.
Si rischia la cecità di vedere solo ciò che c'è.
Ricordiamoci Platone:"una cosa non è vista perché
è visibile, ma è visibile perché è vista".
E non siamo tutti già assenti in questo preciso
istante?
1 commento:
basta darti un appiglio che prendi il volo veh?
ciao Ricky
Massimo Botturi
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