venerdì 16 aprile 2021

SALVATORE TOMA

 Se si potesse
Se si potesse imbottigliare
l’odore dei nidi,
se si potesse imbottigliare
l’aria tenue e rapida
di primavera
se si potesse imbottigliare
l’odore selvaggio delle piume
di una cincia catturata
e la sua contentezza, una volta liberata.

*

Ultima lettera di un suicida modello
A questo punto
cercate di non rompermi i coglioni
anche da morto.
È un innato modo di fare
questo mio non accettare
di esistere.
Non state a riesumarmi dunque
con la forza delle vostre certezze
o piuttosto a giustificarvi
che chi s’ammazza è un vigliacco:
a creare progettare ed approvare
la propria morte ci vuole coraggio!
Ci vuole il tempo
che a voi fa paura.
Farsi fuori è un modo di vivere
finalmente a modo proprio
a modo vero.
Perciò non state ad inventarvi
fandonie psicologiche
sul mio conto
o crisi esistenziali
da manie di persecuzione
per motivi di comodo
e di non colpevolezza.
Ci rivedremo
ci rivedremo senz’altro
e ne riparleremo.
Addio bastardi maledetti
vermi immondi
addio noiosi assassini.

*

«Quando sarò morto
che non vi venga in mente
di mettere manifesti:
morto serenamente
o dopo lunga sofferenza
o peggio ancora in grazia di dio.
Io sono morto
per la vostra presenza»

2 commenti:

attimiespazi ha detto...

a me piacerebbe imbottigliare
la primavera e
le voci di chi amo.

non so se occorra più coraggio
a vivere o a suicidarsi.
io propendo per il primo caso,
perché vivere veramente significa
amare, e ci vuole coraggio.

i poeti non muoiono mai,
ecco cosa avrei scritto io..

Anonimo ha detto...

La vodka il vino la birra, si possono imbottigliare però. Niente non è!