Sono gesti automatici, uno dietro l'altro,
nella nitidezza del mattino, non c'è
nulla che sia improvvisato, c'è un copione,
una sceneggiatura calibrata. Forse i cuscini
hanno pieghe diverse ogni volta, e le lenzuola,
ma niente di grave, niente di drammatico.
Tu attendi, consapevole del rito, mi senti
armeggiare in cucina con il vasetto del
miele, senti il getto del rubinetto che lava
i frutti di bosco, senti le mie mani scartare
prelibatezze alla crema, soffici pasticcini,
a volte mi senti maledire, qualcosa è andato
storto, mi sono ustionato con la caffettiera,
ma anche questo fa parte del gioco, ti immagino
sorridere sul letto, e immagino i tuoi piedi nudi
che mi cercheranno. E i tuoi occhi che hanno
fame. Poi esco dalla cucina con il vassoio
in mano e lo poso vicino al tuo desiderio,
come un maggiordomo fanciullesco.
E tu, regina dei miei attimi, sorridi, e poi
dici: "Da dove inizio?", e prendi a caso
una noce o inizi dai lamponi rossi come
la tua vittoria, o dalle more, nere e sontuose,
mentre le crostate attendono i tuoi morsi,
e anche io, dopo la fame, un'altra fame,
più crudele, più bella, più lucente. Vinto.
4 commenti:
Davvero godibili queste prose, brevi dove si può apprezzare la tecnica di scrittura veloce. Ottimi twist che hanno sempre quel certo happel! 🤗
Breve prosa romantica a tratti innocente, a tratti molto erotica!
Complimenti a te e alla Musa😉
Ehhhhh! ... Che non si fa, per qualche bocchino. Si sa. 😏
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