giovedì 12 febbraio 2015

MEDEA MERINI SU "FRAMMENTO CONTINI".

Un uomo lievemente urticante, di una delizia che graffia. 
Il suo fascino sta tra il cappello e il taglio del sopracciglio. 
La sua bocca è una sorta di fornace ove va a morire il fumo 
di tutte le sue sigarette, aspirate con ingordigia. Contini 
e Rapagnetta: un connubio suadente. Gigliola come Corè. 
Massacri dell'anima e "bi-so-gni-cor-po-ra-li": Contini sguazza 
nel tabù delle deiezioni della bellezza, dimentico delle stagioni. 
Dimentico di una realtà sconosciuta, che confonde con la norma. 
"La norma mi delude, mi deprime": è così conformista che risulta 
di una simpatia straripante. Adoro il tuo modo di rapportarti 
a lui: senza giudizio, lasci che si racconti, le tue attenzioni sono 
superlativa lusinga; lo salvi, lo spogli, gli levi gli orpelli-inutili- e lo ami. 
Lasciando che chi guarda si innamori e abbia il privilegio 
impareggiabile di conoscere un uomo, i suoi tic, lo spazio 
che occupa, il tempo che vive. Il tuo guizzo vitale mi seduce a 
tal punto che le alternative sono solo "sogno di un'ombra": sei lava 
che travolge le disattenzioni, le distrazioni, quel che di barbaro e 
selvaggio e puro resta, quale radice, nell'essenza dell'uomo. 
Sei alambicco che distilla l'umano e questo fa di te la mia meraviglia 
e il mio stupore. Sei il Mostro che sfida Medusa e (i miei) serpenti 
sanguinanti: avverti un sentore di vittoria quando ti sorprendi 
assassino di incubi al mattino e ti dichiari titano. Non è essenziale 
strappare le piume al trionfo, quello che conta è restare, 
per guardare e mangiare con gli occhi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...già. Non è da tutti frammentare così. E neanche commentare.
-farinomane-