Un uomo lievemente urticante, di una delizia che graffia.
Il suo fascino sta tra il cappello e il taglio del sopracciglio.
La sua bocca è una sorta di fornace ove va a morire il fumo
di tutte le sue sigarette, aspirate con ingordigia. Contini
e Rapagnetta: un connubio suadente. Gigliola come Corè.
Massacri dell'anima e "bi-so-gni-cor-po-ra-li": Contini sguazza
nel tabù delle deiezioni della bellezza, dimentico delle stagioni.
Dimentico di una realtà sconosciuta, che confonde con la norma.
"La norma mi delude, mi deprime": è così conformista che risulta
di una simpatia straripante. Adoro il tuo modo di rapportarti
a lui: senza giudizio, lasci che si racconti, le tue attenzioni sono
superlativa lusinga; lo salvi, lo spogli, gli levi gli orpelli-inutili- e lo ami.
Lasciando che chi guarda si innamori e abbia il privilegio
impareggiabile di conoscere un uomo, i suoi tic, lo spazio
che occupa, il tempo che vive. Il tuo guizzo vitale mi seduce a
tal punto che le alternative sono solo "sogno di un'ombra": sei lava
che travolge le disattenzioni, le distrazioni, quel che di barbaro e
selvaggio e puro resta, quale radice, nell'essenza dell'uomo.
Sei alambicco che distilla l'umano e questo fa di te la mia meraviglia
e il mio stupore. Sei il Mostro che sfida Medusa e (i miei) serpenti
sanguinanti: avverti un sentore di vittoria quando ti sorprendi
assassino di incubi al mattino e ti dichiari titano. Non è essenziale
strappare le piume al trionfo, quello che conta è restare,
per guardare e mangiare con gli occhi.
1 commento:
...già. Non è da tutti frammentare così. E neanche commentare.
-farinomane-
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