Ora faccio il prof, sono laureato in filosofia o no?
Siete sul blog di uno che conosce il cinema e non posso
sentire più castronerie come quelle di Silvia che pensa
al documentario come a una forma minore di cinema o
addirittura pensa che non sia cinema! Castroneria
equivalente a chi volesse sostenere che la pittura astratta
non è pittura perché non si capisce il paesaggio, o a chi
sostenesse che la fotografia non è arte perché non ci sono
i pennelli e il fotografo non fa altro che fotografare
la vita! Tutte castronerie da terza elementare. Silvia
dica pure : non amo il documentario, è un mio gusto
personale. Bene, la cosa è derubricata a gusto personale
di una simpatica farmacista siciliana. Medea che cosa
vuole dire quando esalta il mio lavoro? Semplicemente
questo: amo chi racconta gli esseri umani, e amo lo stile
di Riccardo. Per quale assurdità questo scopo dovrebbe
essere meno nobile o meno creativo di chi si mette a
scrivere una sceneggiatura su uno che ama una e poi
tradisce quella e uccide l'altra? Raccontare la vita non
è da tutti. Bisogna avere uno sguardo interessante e
interessato, bisogna amare la vita. Detto questo procedo
anche a una forma di autocritica: sono veloce in tutto
quello che faccio ( eiaculazione precoce ), forse dovrei
fermarmi, pensare e riflettere di più, fidarmi meno
del mio istinto, progettare un film (documentario o di
finzione, non fa differenza) di più largo respiro.
Quando sentirò l'ispirazione, la voglia, la necessità,
farò anche questo. Per ora accontentatevi di queste
pillole che hanno il ritmo dei giorni che passano, messe
assieme formano un puzzle che forse racchiude
il volto dell'Uomo.
8 commenti:
Sig. Farina, non volevo dire castronerie sul suo conto, sui suoi lavori,se considero un documentario non una forma d'arte, perché considero l'arte la facoltà di mostrare, creando attraverso la forma, ciò che siamo in grado di sentire, nel senso che l'uomo é predisposto ad avvertire segnali, concepire idee e realizzarle visivamente dal nulla, perché linvenzione dal nulla é rendere visibile ciò che é invisibile perché dentro noi.tutto qui. Un documentarista ha la capacità di apprezzare, rilevare, mostrare il lovoro artistico che non gli appartiene come firma, perché é da ricondurre all'unico Sommo Artista che per me é Dio. Tutto qui. Inoltre il suo stile non veniva messo in dubbio, saluti.
Non mi ascolti o non vuoi capire, continui con schematismi mentali che non sono degni della tua intelligenza, anche un placebo è un farmaco, anche se non contiene principi attivi, proviamo con metafore che ti competono, magari ci arrivi. Non esiste una creazione dal nulla, il neorealismo è cinema costruito sulle macerie della guerra, sulla vita delle persone, mai sentito parlare del pedinamento zavattiniano? mai sentito parlare delle sceneggiature rubate sui mezzi pubblici ascoltando le persone parlare? Silvia, devi studiare il cinema e l'estetica e la filosofia e l'arte, capisci?
E non offenderti e non chiamarmi signor Farina, sono Ricky! E per amicizia ti dico e ti mostro le tue mancanze. Il materiale grezzo è la natura ( tu chiamala creazione se vuoi ), la natura è percepita secondo strutture percettive, ed è già altra cosa, una rana vede la natura in modo diverso, in più l'artista crea da questo materiale grezzo una propria forma attraverso i mezzi specifici della sua arte...ora è chiaro?????
Va bene, ma resta una scelta personale considerarti come autore di scritti e aforismi, che ho apprezzato.ciao.
...pillole stupefacenti
-farinomane-
Creare di sana pianta un romanzo o una sceneggiatura scaturita da una idea interiore è effettivamente dare una forma ad un proprio immaginario ...ma comunque questo immaginario scaturisce dall'elaborazione di una realtà vista ed udita. L'Artista in questo caso dà un inizio, un'evoluzione ed una fine a questa fantasia da lui ideata e decisa. Un documentario invece diventa uno spaccato, un occhio ...sulla realtà di protagonisti indipendenti, non recitanti, non sottostanti a chi li filma ...e non è detto che l'inizio, l'evoluzione e la fine della storia..rispecchi effettivamente ciò che il documentarista pensava di mostrare quando iniziò le riprese...l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Il rischio dei documentari odierni è che a volte...grazie ad opportuni tagli di riprese/frasi e manipolazioni di inquadrature ...si falsi comunque la realtà dei fatti oggettivi. Quindi dei fakes diventano probabili/ credibili verità.. e reportage reali vengono tacciati di falsità. Chicca
Già osservare un fatto è renderlo soggettivo.
Immagino il Prof. Farina: amato dagli studenti ed odiato dalla "nomenclatura".
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