Eccomi in condivisione panoramica
con le mie scelte. Un vicolo cieco trucidato
dal sole. E l'assoluto tenta invano di
sobillare il mio sangue alla rivolta.
Spezzo il pane dei miei tradimenti
in compagnia di ombre affamate,
pochi ricordi seduti al mio tavolo,
qualche allucinazione di primo livello.
Così mi invento poeta e uso il cervello
come un telegrafo piantato nel deserto,
vomito le parole dal mio ventre oscuro,
semino significati per giungere
all'insensato.
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