E' da questa notte che penso al ritratto di Monica. Questa donna "cazzuta" sì che è un'eroina. Parla della sua vita come se stesse raccontando la trama di un romanzo, senza enfasi, con distacco.
E dice delle cose che fanno tremare. Si è trovata faccia a faccia con le mie due più grandi paure: la Morte e il Dolore.
C'è gente che non teme la morte: tanto è solo la cessazione del respiro, o, lucrezianamente, una "disgregazione di atomi"; invece la Morte è la sconosciuta per eccellenza, che, a volte, uccide a metà anche chi resta. Per dieci lunghi anni ha ucciso anche Monica, lei che doveva essere sposa.
Pensavo, ascoltando le sue parole, a come, in fondo, è stato un cambiamento di programma dal fioraio: dai fiori d'arancio ai crisantemi. Doveva essere un'ironica considerazione per distrarmi e salvarmi dal pensiero dell'annullamento e invece mi risulta tragica.
Fa finta di non ricordare la data di quella morte e non la vuole dire: la Donna che rifiuta di ammettere quasi che quel giorno sia esistito.
Il Dolore, atroce, che ad un certo punto cerca di risolvere tagliandosi il corpo con lame affilate: si sveglia nel sangue,ma non ricorda. Perchè il suo dolore aveva dimora nelle sue vene, nelle viscere e, tagliandosi, lei cerca di tirarlo fuori, da estirparlo da quel luogo tremendo che era il suo corpo, per potersene liberare. Aveva il mostro dentro. E doveva cacciarlo fuori per sopravvivere. Quei tagli non sono la sua voglia di morire, ma il suo desiderio di attaccarsi alla vita.
La convivenza con la malattia: lei esorcizza tutto,poichè usa le unità di insulina come fossero la sua pozione magica; "Ecco fatto! La signora vive!" e ride.
La morte dolce che potrebbe darsi: una battuta esaltante, a lei basterebbe una Sacher torte.
Il suo rapporto simbiotico con Joy mi commuove. Joy è la garanzia della sua Solitudine. La Solitudine allora è lusso che Monica sceglie e Joy le concede la garanzia di dormire tranquilla.
Mi resta la voglia di poter condividere mezza giornata con Monica... per imparare da lei la Felicità.
Mi piacciono le immagini e la luce: quando dalla porta a vetro insinui l'obiettivo a spiare le forme di lei...il sedere, meglio, il culo, il suo femminilissimo ed elegante ancheggiare su quei tacchi, il rumore deciso dei suoi passi...la sensualità vera e non costruita di questa donna è fantastica. E' bella,desiderabile, accattivante, maliarda e tu sai esaltare questa sua malìa...mi piace moltissimo quel primo piano quando racconta del matrimonio: le sue labbra carnose ti incantano.
Mi sorprendi sempre di più... Amo questo tuo modo di fermare l'anima. I tuoi ritratti sono perle,Ricky... Questa donna è eccezionale. Mi scuote la sua forza che non è vigorosa, non è eccessiva. Spesso chi passa attraverso certi dolori e ricostruisce sè stesso poi ha voglia di ostentarla la forza; Monica invece racconta di sè, semplicemente.E ogni suo gesto, ogni sua risata, ogni sua battuta è frutto di consapevolezza,di sè e della propria esistenza. Lei non si sente diversa, è la prosopopea dell'Accettazione.
Io e te dobbiamo imparar da Monica. Sì.
Regista, io raccoglierei i tuoi ritratti in un dvd e lo regalerei alle persone che amo di più, certa di donare scampoli di vita VERA.
Grazie, Ricky. "Monica" è un capolavoro. E chi se ne frega della "bassa qualità"della quale ti scusi nella didascalia. Questo ritratto è un cammeo,un gioiello."
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