lunedì 23 novembre 2020

COVID AL TRAMONTO

3 commenti:

marti64 ha detto...

Nicola gelo amplifica la bellezza di questo che un domani sarà un ricordo

rickyfarina ha detto...

Mi trattengo spesso ultimamente dal commento: ho vissuto una specie di strozzatura, mi sembrava d'essere ridondante e i tuoi film non meritano nulla che sia anche solo lontanamente riconducibile alla ripetitività, perchè sono talmente tanto una "secrezione creaturale" che mi sembrava, a volte, di offenderne il pregio.
Stavolta, però, mi scappa.
Covid al tramonto sembra quasi una rimembranza d'Africa, una dimensione interiore d'esotismo ancestrale, un luogo dove siamo stati, in quanto creature, e dove non sappiamo tornare, pur avendone ricordo. Il canetto è l'intelligenza scattante che rinnova, quasi che voglia rappresentare una riconquista di noi, prima o poi; la curiosità di Roberto per il mondo, con quel suo modo di osservare gli esseri umani come avesse sempre davanti agli occhi un capolavoro inestimabile, mi fa ringraziare gli dei per averlo messo al mondo e per avermici messo in mezzo, in qualche modo. Lui è come Tiresia: quando Roberto osserva si compie una rivelazione ed è innegabile che questo produca un miracolo amoroso. Sapere che esiste Roberto significa godere d'essere. E d'esserci. Il tuo oscillare tra fanciullezza e abisso è il mio innamoramento quotidiano: in te è la gravità del gioco e la giocosità del peso insopportabile di trascinarsi il mondo addosso. Se Robi è Tiresia, tu sei Atlante, ma gioiosamente.
In fondo.
Milena mater deorum est: di una bellezza superba. Lei è l'eleganza. E' il garbo. Io vorrei essere quelle alghe, bagnate dall'onda... o il bastoncino di legno nelle mani del bambino che percuote il mare. Grazie, Riccardo. E' meraviglioso.

Anonimo ha detto...

La vellutata pacatezza delle immagini coi suoi colori. Poi gli occhi tormentati come doloranti, forse solo stanchi, di Lui e la mano sulla gola di Lei...qui il mio sguardo si è inceppato, come se un’ombra avesse offuscato il tutto.