lunedì 14 settembre 2015

L'UOMO CHE AMAVA GIOCARE CON LA MORTE

Era un uomo e amava giocare con la morte, il suo balocco oscuro
preferito. Al mare faceva il morto ma nessuno accorreva per salvarlo
dalla sua quiete sprofondata nell'azzurro. I momenti più belli della
giornata erano i tempi morti, quei tempi sospesi dove non aveva
più un'identità, era solo un corpo che fluttuava nell'aria dei pensieri
più puri e più liberi. Sui mezzi pubblici faceva la mano morta e
si sentiva vivo quando riceveva uno schiaffo indignato, la guancia
gli bruciava fino all'erezione nascosta nei pantaloni. Visitò la Valle
della Morte almeno cento volte e fu fatto cittadino onorario di quel
nulla abbacinante e meraviglioso. Gli piaceva avercela a morte
solo con le persone che non amavano la musica e il silenzio
nascosto nella musica. Una volta vide la morte in faccia e la girò
per vederle anche la nuca, scoprì che la nuca era identica alla
faccia. Non credeva alla morte civile, diceva che la morte è sempre
maleducata, che ci sputa addosso l'eternità quando noi abbiamo
bisogno solo di un involtino primavera, e magari anche di una
rondine. Amò solo una donna con la morte nel cuore, e si rese
conto che senza morte non avrebbe mai vissuto né amato.

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