venerdì 4 settembre 2015

I FIORI CINEMATOGRAFICI

Ieri mi ha chiamato il mio amico Silvano Agosti, ogni volta che mi
chiama accade qualcosa, come quando si parla con i poeti, il suo
amico Bellocchio è a Venezia con un film mentre Silvano non c'è,
non perché sia meno bravo di Bellocchio, non c'è perché Silvano
è l'unico vero anarchico ( insieme a Flavio Costantini ) che io abbia
mai conosciuto, e per anarchia intendo che è rimasto puro come
un bambino, e i bambini sono insofferenti alle regole per natura.
Secondo lui il festival di Venezia è diventato una sorta di finto
funerale e dentro la bara non c'è niente, il vuoto assoluto.
Per quanto mi riguarda ha ragione, sempre più difficilmente
riesco a vedere il cinema al cinema, per non parlare dei festival.
A volte trovo più forza visiva in una ripresa amatoriale di YouTube
fatta da un ragazzino che in un film cinematografico, non credo
più all'esigenza di una trama, all'esigenza di un set, il cinema si
è come decomposto, e un frammento lacerato, una scheggia
pura che vaga nella rete ha in sé, per paradosso, quella magia
che il cinema ha perso da tempo, e parlo dell'innocenza dello
sguardo, di uno sguardo libero, senza guinzaglio, che non può
rinunciare alla propria spontaneità, alla propria verità. Ecco, la
parola giusta: verità. Non trovo più verità nella finzione del cinema.
Quanti registi possono dirsi liberi oggi? Forse credono di essere
liberi, ma non lo sono. Il mercato non lo permette, bisogna fare
cassa. Possono ancora esserci ottimi prodotti, non lo nego, ma
se voglio un fiore? Se voglio un film che nasca seguendo solo
le leggi della propria natura? Forse se i festival diventassero dei
prati ci sarebbe ancora speranza per il cinema che io amo.
E fra i fiori di questo prato ci sarebbe un film di Silvano Agosti.
Questo è il mio personalissimo punto di vista.

 

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Per uno come te che ama riprendere la realtà del quotidiano ....fatto di volti, pensieri e confidenze, di inquadrature a volte statiche di materiali inerti o di particolari di essi e della natura....è normale non trovare più grande attrattiva nella finzione cinematografica. Tu sei un documentarista ...che accende il suo occhio meccanico sul mondo, parti quasi con l'idea fanciullesca "vediamo cosa catturerò oggi" (come un bimbo a caccia di farfalle). Accendi l'occhio inconsapevole di cosa effettivamente nascerà, senza sapere quando lo spegnerai e soprattutto come si svilupperà ......lasciando alla vita scrivere la storia e dirigersi in qualsiasi direzione. Questo penso sia il cinema dei primordi, quello sperimentale dell'inizio che filmava il quotidiano....quando il cortometraggio di un treno che avanzava riempiva le piccole sale improvvisate....facendo anche scappare a gambe levate quando l'inquadratura creava l'illusione che la motrice ti venisse addosso. Dopo il cinema commerciale, per fare cassetta, si è dovuto impostare su trame ben definite. La gente non desidera più vedere il quotidiano, lo vede tutti i giorni e per lo più non lo tollera ....vuole il sogno, il romanzo (di qualsiasi genere sia - come per i libri), con una trama ben definita con un inizio ed una fine (ormai scontata ...sia nel bene che nel male) .....l'incertezza dello sviluppo a ruota libera dà loro ansia. Persino i documentari naturalistici spesso hanno una trama ed una storia raccontata grazie a taglia/incolla ....ma che nella realtà è pura finzione. Le persone in genere vogliono finzioni della realtà, soprattutto di una realtà che non è la loro ormai tediosa. Questo vale per il cinema, i libri (ai romanzi viene dato grande spazio in confronto ad altri generi) ed anche nei rapporti interpersonali commerciali (gigolò). Chicca

attimiespazi ha detto...

sono del parere che fare Arte per fare cassa o per spirito di competizione non può chiamarsi Arte. sì, in internet sopravvivono veri gioielli che confermano che, fortunatamente, nulla è perduto.
gioielli visivi e significativi come questo, per esempio

https://www.youtube.com/watch?v=7QFykErwtCw

.attimi

-farinomane- ha detto...

Non conoscevo Kolossal, uno dei pochi film di Farina ad essermi sfuggito, credo. Davvero bello...un mondo che implode in suoni ed immagini che tendono al nulla contenendo il tutto, che qui si fa verità attraverso lo stridore dei contrasti.
Ps: oggi un film del genere sarebbe forse più apprezzato alla biennale d'arte di Venezia...paradossalmente.

Anonimo ha detto...

Vabbeh la solita storia! L'artista incompreso, l'arte mercificata, i tempi non permettono all'artista di esprimersi.... e bla bla...bla bla ....bla blah e bleah! Tutti gli artisti falliti ripetono ste cose fino alla nausea. Vai esci filmaci sto fiore...Strappalo, cacaci sopra, e dagli fuoco con la benzina alla stronzo cacato,e al fiore smerdato. Oppure strusciaci il cazzo, bacialo e sborraci sopra, poi annusalo e mangiatelo con tutta la sborraaaaaaaaaa! Oppure mangiati il fiore cacato e dai fuoco a quello sborrato...Oppure Opp op Hop Hoppe hop... Ahaahahah

Anonimo ha detto...

Dai Ricky ...Rispondi. Dí qualcosa! Mi fai l'artista superiore pure a me? Ma vaffanculo allora. Cacati in bocca frocio coprofago! Mangiati la tua merda!...

Anonimo ha detto...

Dai Ricky ...Rispondi. Dí qualcosa! Mi fai l'artista superiore pure a me? Ma vaffanculo allora. Cacati in bocca frocio coprofago! Mangiati la tua merda!...

Anonimo ha detto...

Dai Ricky ...Rispondi. Dí qualcosa! Mi fai l'artista superiore pure a me? Ma vaffanculo allora. Cacati in bocca frocio coprofago! Mangiati la tua merda!...

Anonimo ha detto...

3 volte è venuto....

attimiespazi ha detto...

@-farinomane-
un sottotitolo/commento che vedo tagliato per il film Kolossal di Farina -
"Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità.” (R. Guttuso)

ciao frnmn.

.attimi