Un corto cult di Murgese e Farina, menzione speciale a Bellaria 2005.
https://vimeo.com/140437920
2 commenti:
-farinomane-
ha detto...
Finalmente! Direi un film sui generis, onirico, che attinge al noir, al thriller/poliziesco, all’horror, alla tragedia classica e non disdegna battute alla Woody Allen. Nella sceneggiatura riconosco la tua firma per i temi trattati in chiave simbolica: il tormento interiore (il palombaro che emerge dagli abissi interiori di Klaider), la solitudine, la mostruosità dell’essere umano che comunque sia anela alla vita (Franckesntain), la ricerca della felicità inseguendo il sogno d’amore, la consapevolezza della irraggiungibilità di entrambi, la gelosia, l’amore e l’odio, l’addio, la morte. La cenere a ricordare la fugacità dell’esistenza. La fotografia è ben curata. Indovinata la scelta di passare dal bianco e nero al rosso per sottolineare la dimensione onirica. Bellissima la scena iniziale degli abissi abitati da strane creature luminose…che mi hanno fatto pensare al tuo debole per le luci notturne, i colori e i riflessi. Ovviamente il film è stato pensato e girato a quattro mani…e immagino che tutto quello che non riconosco di te è frutto della bravura e della sensibilità di Murgese e della professionalità degli attori e dei tecnici che vi hanno lavorato.
ps:...a proposito dei congiuntivi, direi di correggere sul finale con "immagino che tutto quello che non riconosco di te sia frutto..." Buona domenica ..^__'..
2 commenti:
Finalmente!
Direi un film sui generis, onirico, che attinge al noir, al thriller/poliziesco, all’horror, alla tragedia classica e non disdegna battute alla Woody Allen.
Nella sceneggiatura riconosco la tua firma per i temi trattati in chiave simbolica: il tormento interiore (il palombaro che emerge dagli abissi interiori di Klaider), la solitudine, la mostruosità dell’essere umano che comunque sia anela alla vita (Franckesntain), la ricerca della felicità inseguendo il sogno d’amore, la consapevolezza della irraggiungibilità di entrambi, la gelosia, l’amore e l’odio, l’addio, la morte. La cenere a ricordare la fugacità dell’esistenza.
La fotografia è ben curata. Indovinata la scelta di passare dal bianco e nero al rosso per sottolineare la dimensione onirica. Bellissima la scena iniziale degli abissi abitati da strane creature luminose…che mi hanno fatto pensare al tuo debole per le luci notturne, i colori e i riflessi.
Ovviamente il film è stato pensato e girato a quattro mani…e immagino che tutto quello che non riconosco di te è frutto della bravura e della sensibilità di Murgese e della professionalità degli attori e dei tecnici che vi hanno lavorato.
ps:...a proposito dei congiuntivi, direi di correggere sul finale con "immagino che tutto quello che non riconosco di te sia frutto..." Buona domenica ..^__'..
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