In me sento la grazia
dell'abbandono, quel
senso di tenue rivolta
che mi lascia senza
difese, aperto a ogni
sconfitta, a ogni vittoria
perduta nel tempo.
Porto l'orologio al polso
per ingannare il tempo,
amo le pietre lanciate
contro chi pecca ma solo
per la gioia di sbagliare
mira. E le mie ferite
sono sorrisi di sangue.
Non ho mai creduto alla
morte, per me un cadavere
è solo un campione di
apnea, e la polvere è il
richiamo delle assenze,
vivo nelle foreste pietrificate
solo per snidare il vento.
In me sento la grazia
dell'abbandono.
Nessun commento:
Posta un commento