Ogni tanto esco di casa con un'idea forse stramba: trovare una persona felice.
Anche in una città, anche nel traffico, anche nello smog si può essere felici.
Non ho una visione bucolica della felicità, non penso che nuvolette, prati e
caprette siano indispensabili. Anzi, ho una "sensibilità noir", mi piace il bianco
e nero, le donne fatali, le vertigini orizzontali dei viali sotto la pioggia, amo
i fanali delle macchine nella notte...i semafori all'alba, e se scorgo un uomo
con sigaretta e impermeabile provo un'emozione intensa. Ma una persona
felice non sono ancora riuscito a trovarla, forse c'è un difetto nel mio modo
di percepire gli altri. Tutte le mie storie sono finite quando ho visto offuscarsi
il sorriso sul volto amato. E in giro vedo tanti sorrisi offuscati. Tante coppie
che si sopportano, magari con tenerezza. Responsabilità, ecco una parola che
odio con tutto il cuore, è la parola killer della felicità. Bisogna essere responsabili.
Responsabili. E qual è il responso? Una vita di sacrificio, oddio, sacrificio, ecco
l'altra parola odiata. E allora dove posso trovare una persona felice?
All'asilo nido? Forse. Ma già la parola asilo non mi convince. E forse nemmeno
la parola nido. Allora rientro a casa, vado allo specchio e vedo un uomo solo,
irresponsabile, che non ha mai fatto un sacrificio, e mi dico: ecco un uomo
felice. E poi penso: che stronzata in fondo è la felicità. E mi viene da piangere.
1 commento:
Felicità, felicità: quante stronzate si commettono in tuo nome.
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