Ieri ho fatto nottata al chiosco di piazza Tripoli. Ho preso un hamburger
con il lardo, il miele e la menta, un bicchiere di spumante dorato e delle
patatine con la maionese. Mi sono messo a chiacchierare con Luca Loco,
il proprietario, e la sua dolce compagna Elisa, poi è arrivato Luciano
Pasolini, un uomo in pensione che ha dedicato tutta la sua vita all'ippica.
Ci siamo fatti dei grappini assieme, tanti grappini, poi Luciano si è messo
a cantare le canzoni di Califano "Il Califfo ha cantato sempre la verità,
più lo conosci e più lo ami". Gli ho offerto altri grappini perché cantava
per me, guardandomi negli occhi con molta dolcezza. Dopo mezzanotte,
molto dopo mezzanotte, Luciano Pasolini ha tirato fuori dal portafoglio
un santino di Benito Mussolini, e io ho pensato che fosse uno scherzo ma
non lo era. Pasolini di cognome e fascista nostalgico. L'ho guardato
bene negli occhi, ho cercato di capire se era un uomo buono e mi sono
detto di sì. Mi sono detto che Luciano Pasolini è fascista per motivi
affettivi, magari legati al padre fascista, e l'ho perdonato perché mi
cantava Califano con dolcezza, allora gli ho offerto un altro grappino.
Anche perché di cognome fa Pasolini. E poi il santino di Mussolini
è tornato nel portafoglio. Lui mi chiamava "il Farina", ormai siamo
amici, che posso farci? Se mi cantate Califano guardandomi negli
occhi...mi commuovo...perdo la testa e offro grappini a ripetizione.
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