Nel buio ancora più buio. Dove il cadavere è imbuto
di precipizi. Nell'unghia incarnita reincarnata.
In quella palizzata di tenebre di orizzonti conficcati.
Uno squarcio, un sentore di belva, uno schianto.
Quel fragore frangiato, il lampo delle cose futili,
la gioia improvvisa del nulla, il fiato reciso.
Nel buio ancora più buio. L'amore trema e dissolve.
Lo spazio cosmico irriso dallo spillo, la ferita che
cerca se stessa, imbevuta di sfinimento, e tu che
prendi la mia mano, nonostante il vuoto famelico,
per sapere che il sentiero è a un passo da noi,
eternamente e sontuosamente immaginato, in una
perpetua fragranza, con il sole che brucia sulla
schiena dei nostri sogni, in attesa di tutto e di
niente. E poi un bacio, specchio di saliva pura.
Che spezza la parola, e spazza il selciato.
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