Tra Truffaut e Godard io scelgo Truffaut, ma riconosco a Godard una carica rivoluzionaria più potente, più innovativa. Truffaut, eccetto Jules et Jim e I quattrocento colpi, è un regista quasi
televisivo, come sostiene il mio amico Silvano Agosti, forse anche un regista borghese per certi aspetti, ma niente da fare, Truffaut per me è un'emozione profonda, Godard invece è un'emozione cerebrale, intellettuale, quindi più fredda alla fine dei giochi. I suoi film che amo di più (perché l'amore intellettuale è pur sempre amore) sono quelli in cui si è lasciato più andare, in cui lo stesso Godard si è abbandonato all'emozione, anche se filtrata dalla sua onnipresente (e ingombrante) intelligenza filmica, e sono per me
questi film: Fino all'ultimo respiro, Questa è la mia vita, Agente Lemmy Caution missione Alphaville, Bande à part, e Pierrot le Fou.
Bertolucci lo venerava, anche se l'ultima scena girata da Bertolucci nel suo ultimo film è un dichiarato omaggio al finale dei 400 colpi.
Truffaut e Godard litigarono e credo non si parlarono più, Godard attaccò violentemente Truffaut in una celebre lettera, accusandolo di essere un ipocrita "nel tuo film Effetto Notte tutti scopano, tranne il regista che sei tu". E Truffaut se non ricordo male gli disse che era una merda e un pezzente. Amo tantissimo anche Chabrol e Rohmer, ma Truffaut e Godard erano le stelle della Nouvelle Vague. Chissà che cosa avrebbe combinato Truffaut se avesse avuto una vita lunga come quella di Godard...quindi, pur avendo Truffaut per sempre nel cuore, oggi non posso che esprimere lo sgomento del cinefilo e rimpiangere uno dei registi più rivoluzionari che siano mai esistiti. Godard è Godard: è il cinema che non invecchia mai.
1 commento:
E sticazzi!
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