Diventano piccoli altari
i nostri comodini, altari di
un dio che geme e muore
sotto l'abat-jour, e forse
risorge dentro una conchiglia
dimenticata vicino alla costola
di un libro socchiuso.
Se avvicini l'orecchio non
senti il mare, ma anneghi
lo stesso, al suono di un
orologio da polso, senza
polso, fra macerie di ricordi
che ancora ti seguono
con il loro impercettibile
canto.
3 commenti:
i ricordi che ti seguono,
placidamente distesi sul comodino,
sono vigore, tenerezza reale,
mare che si fonde con il cielo.
e le apparenze del mondo,
le miserie umane,
i ritornelli insulsi,
cadranno in un oblio
vasto e fiorito..
Voi poeti che parlate fra di voi in codice... va be...
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