Gli inviti a cena di Roby Rosi. Li preparava con due settimane di anticipo, prendeva il treno per trovare un prodotto particolare, ogni pietanza aveva un abbinamento musicale, la tavola era apparecchiata in modo maniacale, posate dalla foggia originale, bicchieri di cristallo colorato, tra una portata e l'altra leggeva le sue poesie e intavolava dei discorsi sugli argomenti più disparati, faceva incontrare persone che tra di loro non si conoscevano e
ci stimolava alla conoscenza reciproca. A fianco della tavola c'era un tavolino d'appoggio con tutti i liquori e i vini. Un vino diverso per ogni pietanza. E c'era sempre uno champagne d'apertura.
L'unico inconveniente era che verso mezzanotte avevamo appena finito di mangiare gli antipasti e lo sentivamo urlare dalla cucina che il risotto era a buon punto. Si finiva alle cinque del mattino, c'era chi si era defilato prima con scuse di
sonno e lavoro o mal di testa improvvisi, i pochi superstiti (e io ero tra quelli) si guardavano allucinati, quasi con odio, e Roby Rosi assumeva i contorni di un allegro torturatore: un sadico sgargiante, con i suoi gialli e i suoi verdi che iniziavano a darti malessere. Non mancava mai un giro di carillon (Roby ne ha una collezione notevole) prima dell'agognato commiato. Sulla soglia di casa avresti voluto strozzarlo, ma poi pensavi: ci ha messo due settimane per preparare una cena perfetta, ci ha pensato, ha curato ogni dettaglio, e allora sarebbe stato da ingrati salutarlo senza un abbraccio, sarebbe stato da idioti avercela con lui per tanta dedizione, e quindi capivi tutto, finalmente uscivi da casa sua sentendo l'odore dell'alba, sfinito ma in fondo grato.
2 commenti:
e in veste di fortunati ospiti,
cosa portavate a Roby,
oltre a voi stessi?..
FIORI GIALLI E VERDI.
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