Una scatola di cristallo
con dentro tre chiodi.
Un chiodo sono io, l'altro
sei tu, e il terzo è il mistero.
Panna montata sulla cerniera.
Sugo di fragola sul viso.
E un velluto commestibile
sul divano preso a morsi.
Un gin tonic che frizza, con
una fetta di limone, aspro è
il godimento, e dolce è farmi
testimone di ogni tuo gemito.
Aria di pioggia tra di noi e
ombrelli chiusi per pudore.
La trasparenza delle mani
intrecciate nei miei occhi.
Ti guardo, non finisco mai
di scoprirti. Una terra promessa,
mantenuta nella carne.
Le tavole di nessuna legge
tra di noi, mai infrante
perché mai esistite.
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