venerdì 25 maggio 2012
ZWEIG E LOTTE
Stefan Zweig con Lotte Altmann il 23 febbraio 1942 a Petrópolis in Brasile.
L'odio è un sentimento sano se è rivolto contro Hitler. Ed è bello odiarlo, bellissimo,
anche per le piccole grandi ingiustizie, non solo per i campi di sterminio.
Odiarlo per il divieto agli ebrei di entrare nei parchi, di sedersi sulle panchine.
Odiarlo per questa foto, per questo suicidio delicatissimo
dove il grande scrittore austriaco ha scelto di morire insieme alla sua seconda moglie,
lontano dalla sua amata Vienna, nell'umidità appiccicosa
del Brasile, in fuga dall'orrore, tormentato dai fantasmi del suo passato,
la disperazione è sbocciata nel suo cuore, come un fiore nero, è diventata
veleno, quel bicchiere vuoto sul comodino dove si sono posate le labbra di due
esseri umani che hanno scelto il sonno eterno perché svegliarsi era ormai
un'agonia insopportabile, perché il mondo di ieri non sarebbe tornato mai più.
Il suo "gemello demoniaco" morirà in un bunker. Zweig è morto nella luce del Brasile,
avvolto dal canto degli uccelli.
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