- C'erano due bare nella camera mortuaria dell'ospedale,
quella di Pepè e quella di un altro signore. Aveva proprio ragione
Totò, la morte ci livella, e non solo: ci stira e in fondo ci ammira.
E io ho immaginato Pepè che mi faceva l'occhiolino:" Non
temere Ricky, è solo una messa in scena". Così mi sussurrava
Pepè nella mia immaginazione. Una farsa inamidata mentre
fuori il vento agitava gli alberi e l'erba. Dopo c'è stato il funerale
con rito cattolico, un potentissimo afrodisiaco, la voglia di
scopare diventa incontenibile quando si arriva al corpo di
Cristo. Non c'è tempo da perdere, bisogna scopare sempre.
Scopare prima di diventare polvere di mummia. Non me ne
faccio nulla di un corpo risorto ma "angelicato", a me piace
il corpo indiavolato. Nessuna reincarnazione che non sia
un corpo chiavato, e nessun incontro in un'altra dimensione,
niente di tutto questo mi consola, e la vita eterna è solo
la spettacolarizzazione della noia. Questa vita, mistura di
canto e gemito, solo questa vita amo, anche se mi deruba
e mi inganna, ma lo fa sempre con amore e verità.
sabato 12 agosto 2017
L'AFRODISIACO
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2 commenti:
Roba da inchiappettarsi lá x lì, il chirichetto!
eeh, l'affascinante signorina Vita forse è in combutta con la misteriosa signora Morte.
queste due si divertono a mescolare continuamente le carte.
e noi in mezzo..
.attimidiunattimo
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