sabato 12 agosto 2017

L'AFRODISIACO

  1. C'erano due bare nella camera mortuaria dell'ospedale,
    quella di Pepè e quella di un altro signore. Aveva proprio ragione
    Totò, la morte ci livella, e non solo: ci stira e in fondo ci ammira.
    E io ho immaginato Pepè che mi faceva l'occhiolino:" Non
    temere Ricky, è solo una messa in scena". Così mi sussurrava
    Pepè nella mia immaginazione. Una farsa inamidata mentre
    fuori il vento agitava gli alberi e l'erba. Dopo c'è stato il funerale
    con rito cattolico, un potentissimo afrodisiaco, la voglia di
    scopare diventa incontenibile quando si arriva al corpo di
    Cristo. Non c'è tempo da perdere, bisogna scopare sempre.
    Scopare prima di diventare polvere di mummia. Non me ne
    faccio nulla di un corpo risorto ma "angelicato", a me piace
    il corpo indiavolato. Nessuna reincarnazione che non sia
    un corpo chiavato, e nessun incontro in un'altra dimensione,
    niente di tutto questo mi consola, e la vita eterna è solo
    la spettacolarizzazione della noia. Questa vita, mistura di
    canto e gemito, solo questa vita amo, anche se mi deruba
    e mi inganna, ma lo fa sempre con amore e verità.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Roba da inchiappettarsi lá x lì, il chirichetto!

attimiespazi ha detto...

eeh, l'affascinante signorina Vita forse è in combutta con la misteriosa signora Morte.
queste due si divertono a mescolare continuamente le carte.
e noi in mezzo..

.attimidiunattimo