MEDEA: Gli occhi di Nicolino non dovrebbero chiudersi mai per il sonno: è come se il mondo intero ne avesse bisogno per esser contemplato e… per contemplarli. Nicolino non è mai accomodante: la sua dolcezza come i suoi attacchi scoppiettanti di romanità truce e turpe non portano mai all’indifferenza. Nicolino è ortica ed edera: brucia e si avvinghia. Ha il dono di un carnale misticismo che passa attraverso un volto che è, esso stesso, poesia: i primi piani di Farina restituiscono i tratti delle notti e dei giorni del poeta, delle sue bellezze, dei suoi guai, della sua quotidianità, della sua fragilità di narciso, delle sue insistenze, delle sue varie, buone e avariate forme d’amore. A volte ci si chiede come abbia amato Nicolino le sue donne, quale sia il suo modo di fare l’amore; le sue poesie dicono di pelle e superficie, il sangue di Nicolino non si sa se è incendio e vino rosso o, al contrario, ambrosia e dolce fico. Il mistero di Nicolino è questo, in fondo. Non vi sono indovini che possano svelarne la natura: le sue poesie sono lacrime e seme di cuore; per lui fare l’amore è intreccio di parole, “adescamento”, lontanissimo abbandono. Quando beve, pare che voglia ingoiare gli dei; quando ascolta, ascolta con gli occhi; quando dice, dice con la bocca. L’anima dov’è? E’ davvero impigliata e meravigliosamente e dannatamente imbrigliata nei suoi sensi? Nessuno lo saprà mai. Certo è che questo quarto Chisciotte sul poeta sghembo racconta di una stanchezza nuova, che è tutta sensualità, sotto la luna che cresce, tra gli odori di Roma, e racconta anche di una carezza ricevuta, di un desiderio lontano di poterla restituire. Nicolino che si dà a Riccardo è bellissimo. Sì, questo film è un atto osceno: dovrei strapparmi il cuore e darvelo in pasto per farvi sentire quanto questi dodici minuti siano incandescenti.
Er poeta trasteverino 'na sera s’insognò 'na sirena bellissima. L’omo, ner vedella, se svejò, je venne sete de poesia e s’arrischiò co du’ parole scritte. Poi, disse fra sé: "Potrei, giacché me se presenta l'occasione, dedicare ‘ste rime a fanciulle en fiore. Chissà che nun ce scappi la medaja a recità ‘sti versi miei come ‘na mitraja?” E, risoluto, se fece avanti con signore e signorine. Queste j'arisposero con complimenti: "Bravo! Un poeta trasteverino Fa prodiggi ar core de 'st'anima de gente." Ner sentisse fa' 'st'eloggio in lui tutto abbruciò, e di sicuro s’encendiò co’quei fiori de sorrisi femminili. E' questo er trucco preparato da 'sto poeta trasteverino, sartimbanco de parole ingarbujate de sogni; je serve per risentì l'amore che c'ha nascosto ner core.
- dedicata lì per lì a Nicolino Pompa da .attimi -
9 commenti:
MEDEA:
Gli occhi di Nicolino non dovrebbero chiudersi mai per il sonno: è come se il mondo intero ne avesse bisogno per esser contemplato e… per contemplarli. Nicolino non è mai accomodante: la sua dolcezza come i suoi attacchi scoppiettanti di romanità truce e turpe non portano mai all’indifferenza. Nicolino è ortica ed edera: brucia e si avvinghia. Ha il dono di un carnale misticismo che passa attraverso un volto che è, esso stesso, poesia: i primi piani di Farina restituiscono i tratti delle notti e dei giorni del poeta, delle sue bellezze, dei suoi guai, della sua quotidianità, della sua fragilità di narciso, delle sue insistenze, delle sue varie, buone e avariate forme d’amore. A volte ci si chiede come abbia amato Nicolino le sue donne, quale sia il suo modo di fare l’amore; le sue poesie dicono di pelle e superficie, il sangue di Nicolino non si sa se è incendio e vino rosso o, al contrario, ambrosia e dolce fico. Il mistero di Nicolino è questo, in fondo. Non vi sono indovini che possano svelarne la natura: le sue poesie sono lacrime e seme di cuore; per lui fare l’amore è intreccio di parole, “adescamento”, lontanissimo abbandono. Quando beve, pare che voglia ingoiare gli dei; quando ascolta, ascolta con gli occhi; quando dice, dice con la bocca. L’anima dov’è? E’ davvero impigliata e meravigliosamente e dannatamente imbrigliata nei suoi sensi? Nessuno lo saprà mai. Certo è che questo quarto Chisciotte sul poeta sghembo racconta di una stanchezza nuova, che è tutta sensualità, sotto la luna che cresce, tra gli odori di Roma, e racconta anche di una carezza ricevuta, di un desiderio lontano di poterla restituire. Nicolino che si dà a Riccardo è bellissimo. Sì, questo film è un atto osceno: dovrei strapparmi il cuore e darvelo in pasto per farvi sentire quanto questi dodici minuti siano incandescenti.
- Er Poeta Trasteverino -
Er poeta trasteverino
'na sera s’insognò 'na sirena bellissima.
L’omo, ner vedella, se svejò,
je venne sete de poesia
e s’arrischiò co du’ parole scritte.
Poi, disse fra sé: "Potrei,
giacché me se presenta l'occasione,
dedicare ‘ste rime a fanciulle en fiore.
Chissà che nun ce scappi la medaja
a recità ‘sti versi miei come ‘na mitraja?”
E, risoluto, se fece avanti
con signore e signorine.
Queste j'arisposero con
complimenti:
"Bravo! Un poeta trasteverino
Fa prodiggi ar core de 'st'anima de gente."
Ner sentisse fa' 'st'eloggio
in lui tutto abbruciò,
e di sicuro s’encendiò
co’quei fiori de sorrisi femminili.
E' questo er trucco preparato da 'sto
poeta trasteverino, sartimbanco
de parole ingarbujate de sogni;
je serve per risentì l'amore
che c'ha nascosto ner core.
- dedicata lì per lì a Nicolino Pompa da .attimi -
NO
Ogni tuo no è un mio sì.
Sirena della notte
Chi non dorme è un bandito
Chi non sborra è un fallito
Trans o Caramba
Sempre di puttane si parla.
C'ha poco da fare il cojone Nicolino. Tutto sto amore lo riservasse per la sua prossima eterna amante....gli manca poco è fortunato!
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