lunedì 20 giugno 2016

UN POETA SGHEMBO A TRASTEVERE

Una sirena su uno scoglio, un'esca d'amore, e l'intensità di un poeta
vagante.


9 commenti:

rickyfarina ha detto...

MEDEA:
Gli occhi di Nicolino non dovrebbero chiudersi mai per il sonno: è come se il mondo intero ne avesse bisogno per esser contemplato e… per contemplarli. Nicolino non è mai accomodante: la sua dolcezza come i suoi attacchi scoppiettanti di romanità truce e turpe non portano mai all’indifferenza. Nicolino è ortica ed edera: brucia e si avvinghia. Ha il dono di un carnale misticismo che passa attraverso un volto che è, esso stesso, poesia: i primi piani di Farina restituiscono i tratti delle notti e dei giorni del poeta, delle sue bellezze, dei suoi guai, della sua quotidianità, della sua fragilità di narciso, delle sue insistenze, delle sue varie, buone e avariate forme d’amore. A volte ci si chiede come abbia amato Nicolino le sue donne, quale sia il suo modo di fare l’amore; le sue poesie dicono di pelle e superficie, il sangue di Nicolino non si sa se è incendio e vino rosso o, al contrario, ambrosia e dolce fico. Il mistero di Nicolino è questo, in fondo. Non vi sono indovini che possano svelarne la natura: le sue poesie sono lacrime e seme di cuore; per lui fare l’amore è intreccio di parole, “adescamento”, lontanissimo abbandono. Quando beve, pare che voglia ingoiare gli dei; quando ascolta, ascolta con gli occhi; quando dice, dice con la bocca. L’anima dov’è? E’ davvero impigliata e meravigliosamente e dannatamente imbrigliata nei suoi sensi? Nessuno lo saprà mai. Certo è che questo quarto Chisciotte sul poeta sghembo racconta di una stanchezza nuova, che è tutta sensualità, sotto la luna che cresce, tra gli odori di Roma, e racconta anche di una carezza ricevuta, di un desiderio lontano di poterla restituire. Nicolino che si dà a Riccardo è bellissimo. Sì, questo film è un atto osceno: dovrei strapparmi il cuore e darvelo in pasto per farvi sentire quanto questi dodici minuti siano incandescenti.

attimiespazi ha detto...
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attimiespazi ha detto...
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attimiespazi ha detto...

- Er Poeta Trasteverino -

Er poeta trasteverino
'na sera s’insognò 'na sirena bellissima.
L’omo, ner vedella, se svejò,
je venne sete de poesia
e s’arrischiò co du’ parole scritte.
Poi, disse fra sé: "Potrei,
giacché me se presenta l'occasione,
dedicare ‘ste rime a fanciulle en fiore.
Chissà che nun ce scappi la medaja
a recità ‘sti versi miei come ‘na mitraja?”
E, risoluto, se fece avanti
con signore e signorine.
Queste j'arisposero con
complimenti:
"Bravo! Un poeta trasteverino
Fa prodiggi ar core de 'st'anima de gente."
Ner sentisse fa' 'st'eloggio
in lui tutto abbruciò,
e di sicuro s’encendiò
co’quei fiori de sorrisi femminili.
E' questo er trucco preparato da 'sto
poeta trasteverino, sartimbanco
de parole ingarbujate de sogni;
je serve per risentì l'amore
che c'ha nascosto ner core.

- dedicata lì per lì a Nicolino Pompa da .attimi -

Anonimo ha detto...

NO

rickyfarina ha detto...


Ogni tuo no è un mio sì.

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Sirena della notte
Chi non dorme è un bandito
Chi non sborra è un fallito
Trans o Caramba
Sempre di puttane si parla.

Anonimo ha detto...

C'ha poco da fare il cojone Nicolino. Tutto sto amore lo riservasse per la sua prossima eterna amante....gli manca poco è fortunato!