Perché vedo solo temporali bianchi come gigli?
Perché sento solo tuoni silenziosi? Perché ogni lampo
è una fitta di tenebre? Come uscire da me stesso?
Colleziono ombre e dinamite congelata, faccio
origami di lacrime, metto tappeti sotto la polvere,
allungo le scorciatoie, slaccio le camicie di forza.
Nelle mie ferite riconosco la voglia di libertà
del sangue, il desiderio di scorrere nelle arterie
celesti, verso sconfinate sorgenti di dolore puro.
Ho ricordi carnivori, non riesco a dimenticarti,
tutta la realtà è solo il fantasma del tuo sorriso,
ed è così umano perdersi nell'inumano e impazzire.
Ho conservato i tuoi vestiti nell'illusione di riavere
la cosa che più mi manca: il tuo corpo nudo.
E quella strana musica che era il tuo respiro su di me.
Che cosa assurda è l'assenza, ti penetra così a fondo,
deturpa l'intimo, stento a credere che sia solo assenza,
e se fossi tu questo vuoto? Che almeno resti questo
inganno.
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