Questo piccolo cortometraggio girato da Jean Vigo nel 1931
è una meraviglia cinematografica, una perla.
Vigo segue Taris, campione di nuoto francese, la macchina da
presa lo sfiora, si immerge nell'acqua insieme a lui,
sembra inizialmente una descrizione documentaristica sul nuoto,
poi, progressivamente, poco a poco, il film diventa una
poesia giocosa, un tentativo di libertà anche in un elemento
che non appartiene all'uomo, il campione si trasforma
in un bambino che gioca, fa evoluzioni e ci sorride, viene
fuori la magia e il mistero, e nel finale, Taris, vestito di
tutto punto, ci saluta con la bombetta, e s'incammina
in una dimensione ormai diventata metafisica. Un finale
sublime che ricorda per certi versi Oltre il giardino.
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