In contraddizione con me stesso
vivo, esploro labirinti, cerco vie
di fuga incastonate nel delirio.
Gioco col fuoco per bruciare
gli ultimi residui di coscienza,
e tramutarmi in pietra mistica.
Voglio avere un unico nemico,
il vento, misurarmi con la sua
esiziale libertà atmosferica.
Una insana paura di respirare,
trasfusione di cielo e febbre,
mi riduce un burattino di sangue.
Reticolato d'angoscia con fermenti
di stupore, il mio addio al mondo
si estingue in armonie profonde.
Perdere i confini del proprio volto,
in una metamorfosi senza pace,
nominare il nulla con lucida rivolta
e riconoscersi.
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