Fammi essere meno felice, questo ti chiedo,
senza umiltà, con febbre umana, lenisci
il battito del cuore, rallentalo, vattene via,
portati dietro tutti i sentieri, strappa la mia
agonia dalla carne, non vedi queste lacrime
di felicità? Rischiano di annegare il volto.
Tenebre di primavere infinite soffiano con
grazia crudele, e tu hai slanci celesti, un tuo
bacio basta a fare sbocciare spine fiorite
nel sangue, abbi pietà di tutta questa gioia,
danzo sui precipizi congelati dell'assurdo,
e ferisco ogni volo con il mio orizzonte.
Addio è parola, solo flatus vocis, fuggi,
ti prego, fuggi lontano dalla sete delle mie
mani che ancora ti cercano, non lasciarmi
nemmeno le tue contrazioni, i tuoi spasmi
muscolari, i riccioli d'ombra dei gesti ultimi,
che sia vuoto il nido, nudo spavento d'aria.
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