Non so, non so se sia più feroce questa
malinconia, freccia rallentata nella mente,
o la tua placata distanza che non morde
più la carne, aculeo in altri corpi, ignoti.
Un relitto bruciato dal sole, il nostro amore
morente, la danza dei vermi sulle labbra,
quasi a ricordare che tutto è musica, disperata
musica, e non c'è scampo per noi, trafitti.
Potrei, per gioco, arroventare il cielo e
cuocermi una nuvola, prendere per mano
l'orizzonte e condurlo nel mio santo abisso,
ma non riesco a fare pace con il tuo viso.
Mi sorridi ancora, ed è solo un sogno...
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