Mi ulcero. Ed è quiete. Distante anni luce
dal respiro. Confuse viscere. Attonito vero.
Le palestre della menzogna, i grandi laghi
della viltà, la memoria del verme celeste.
Mi manca la forma, corrosa dall'acido del mio
essere. Stillante rugiada di elettrici voli.
Eccomi. Non toccarmi. Riposo nel
turbine.
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