Si chiamava Anatol Holt, era un genio dell'informatica. Scrisse un libro dal
titolo -Ripensare il mondo-. Lo battevo a ping pong.
*
Io non sono un nero. Questo è il più grande fallimento della mia vita.
Appartengo alla razza inferiore dei bianchi.
*
Chi si sveglia riposato ha l'inconscio cadaverico.
Io mi sveglio con l'affanno.
*
Nella vita non bisogna crescere, anzi: più ti fai piccolo e più
riuscirai a nascondarti dall'Orco.
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La prima cosa che guardo in una donna? Come reagisce alle mie
battute. Di spirito, s'intende.
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Io non riprovo. Sono già più fortunato.
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Tutto tende all'irreale. Ho bisogno di odori forti.
Voglio vivere fra le ascelle del mondo.
*
Al mattino ho i neuroni scoppiettanti come tanti pop-corn.
Mi siedo in prima fila e vedo quello che accade sullo
schermo del mio cervello.
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L'ho presa sul serio. Lei era di spalle.
*
Dobbiamo diventare un coro fuori dal coro.
Una voce non basta più.
*
Non dirò mai "ai miei tempi era tutto più...".
I miei tempi sono adesso, finché campo.
E dopo berrò l'eternità in un sorso.
*
La speranza è la memoria del futuro, diceva Agostino.
Prendete i vostri ricordi e gettateli in avanti.
E' tempo di vaccini.
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Ma da vecchio lo giuro: lancerò una molotov
contro il tramonto.
*
E volete saperla tutta? Inizio a trovare sexy i poliziotti.
Adoro i vigili che mettono le multe.
La sanzione mi seduce. Sempre di più.
*
"Ricky, molti tuoi scritti contengono la nota stonata".
Vero. Cerco di salvare tutto, anche le note stonate.
E ora suca.
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